Adriano Olivetti, pioniere del welfare aziendale, credeva fortemente nell’idea di comunità e sosteneva che un’organizzazione del lavoro basata sul concetto di felicità collettiva potesse generare efficienza e quindi maggiori profitti. Ecco perché, nel secondo dopo guerra, durante le pause dal lavoro gli operai della Olivetti avevano l’opportunità, fianco a fianco ai dirigenti, di accedere alle biblioteche, di ascoltare concerti o assistere a dibattiti, invitando scrittori, poeti e artisti. Non solo:  avevano stipendi più alti, abitazioni vicino alla fabbrica, asili nido e l’accesso ad altre convenzioni.

A questo modello, negli anni, si sono ispirati soprattutto i grandi gruppi e le multinazionali: basti citare le colonie della Fiat, i villaggi-vacanza dell’Eni o il carrello della spesa di Luxottica.

Oggi però sono sempre più le aziende, anche di piccole e medie dimensioni, che adottano soluzioni di welfare che vanno oltre il tradizionale ticket restaurant.

 

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Alla Monnalisa di Arezzo, azienda del settore della moda bambino, i dipendenti, se l’azienda raggiunge il risultato operativo prefissato, potranno usufruire di un riconoscimento fra i 340 e i 840 euro l’anno spendibile esclusivamente in servizi welfare o in istruzione: dai corsi per l’inglese dei figli ai capi estivi all’acquisto dei libri scolastici. Questo bonus si aggiunge ai premi legati al raggiungimento degli obiettivi e al piano di welfare aziendale già attuato in azienda, che contempla il rimborso del viaggio casa-ufficio, l’orario elastico, la mensa aziendale.

Poste Italiane ha deciso invece di puntare su piani a sostegno della maternità: oltre a integrare al 100% la retribuzione nei 5 mesi di congedo obbligatorio, strada percorsa da moltissime aziende italiane, ha scelto anche di portare all’80% lo stipendio nei primi due mesi di congedo parentale di madri e padri, che per legge è pari al 30%.

La American Express ha riprogettato la nuova sede, vicino all’aeroporto di Fiumicino, secondo i dettami dello smart-working: la maggior parte dei dipendenti potrà lavorare da casa due giorni a settimana. Il telelavoro mira a premiare non tanto le presenze in ufficio quanto il raggiungimento degli obiettivi. E quando si lavora in azienda, si può accedere ad aree di lavoro condivise, tutte con disponibilità di connessione e ricarica per pc e cellulari, sale riunione e di ristoro di diverse dimensioni, nonché lavanderia e asilo nido.

Alla Crif, gruppo bolognese specializzato nella gestione del credito, oltre a un pacchetto di benefit che spazia dall’asilo nido al telelavoro fino al 20% dell’orario mensile, c’è anche il “maggiordomo aziendale”, un servizio a disposizione dei lavoratori a supporto delle loro pratiche amministrative.

Luxottica, che oltre ad essere una delle eccellenze del Made in Italy ha anche un piano di welfare aziendale particolarmente evoluto, garantisce da anni ai propri dipendenti benefit quali il carrello della spesa, borse di studio, rimborso delle spese mediche, l’accesso alla cassa sanitaria fino al part time per i dipendenti con figli o anziani non autosufficienti.

Ottobre 2015