Un vero e proprio record: nel 2015 l’export a carico dei distretti industriali italiani è cresciuto raggiungendo 94,6 miliardi di euro. Una cifra che è più del doppio rispetto al 2009, quando si erano toccati dati minimi.
E’ quanto emerge dal Monitor trimestrale sull’andamento dei distretti industriali di Intesa Sanpaolo, che monitora 147 distretti. Di questi, ben 61 lo scorso anno hanno registrato nuovi massimi storici.
Ad eccellere in particolare il distretto della Meccanica strumentale di Varese (+11,6%), quello della Metalmeccanica di Lecco (+9,7%) e legno e Arredamento della Brianza (+8,3%).
Buoni i risultati ottenuti anche da Riso di Pavia (+3%), Meccanica strumentale del bresciano (+1,6%) e Gomma del Sebino bergamasco (+1,3%), che chiudono il 2015 positivamente pur avendo registrato una contrazione nell’ultimo trimestre.
A livello territoriale, spiccano la dinamicità di Triveneto e Mezzogiorno. Il primo grazie alla crescita dell'occhialeria di Belluno, la concia diArzignano, la meccanica strumentale di Vicenza, il prosecco di Conegliano-Valdobbiadene, il mobile del Livenza e Quartier del Piave, i dolci e la pasta veronesi e le carni di Verona.
Il mezzogiorno ha registrato addirittura un aumento dell'export pari all'8,3%, doppiando la media italiana, grazie soprattutto a Puglia e Campania, forti nel mercato dell'agro-alimentare, e grazie agli ottimi risultati raggiunti dalla meccatronica del barese.
L’avanzo commerciale è cresciuto toccando i 62,7 miliardi di euro, i due terzi circa dell’intero surplus del manifatturiero italiano.
Complessivamente, negli ultimi 3 anni, la crescita media annua dell’export dei distretti italiani è stata pari al 4%. A livello settoriale, si è registrano le buone performance dei prodotti e materiali da costruzione (+7,8%), dell’agroalimentare (+7,3%) e del settore del mobile (+6%).
Gli ultimi dati Istat disponibili relativi alle export in senso più ampio confermano il trend positivo anche per il 2016: a febbraio le esportazioni sono state in aumento (+2,5%), con un surplus commerciale è di 3,9 miliardi (+3,5 miliardi a febbraio 2015). Sono coinvolte le principali aree, con incrementi del 3,3% verso i mercati extra Ue e dell’1,8% verso quelli europei.
Si registra comunque una contenuta flessione congiunturale dell'export nell'ultimo trimestre (-0,7%), diffusa a tutti i raggruppamenti di prodotti, a eccezione dei beni di consumo non durevoli (+0,8%).
LE SOLUZIONI ASSICURATIVE
Fare export rappresenta un’importante opportunità di crescita per ogni realtà ma può essere estremamente rischioso ed inefficiente per qualsiasi azienda se non viene prima pianificata e governata ogni fase dell’attività.
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Maggio 2016