Spagna, Portogallo, Svizzera, Russia, Germania, Austria e naturalmente Italia: sono questi i paesi coinvolti in una ricerca effettuata da Gfk sul rapporto tra i consumatori e le assicurazioni in tempi di crisi, che ha coinvolto oltre 4000 persone e attraverso la quale è emerso con chiarezza come i cittadini europei accettino di rinunciare a vacanze, vestiario, ristoranti e attività ricreative quali cinema e teatro, ma siano meno propensi a tagliare su assicurazioni ed educazione, beni considerati tutt'altro che secondari, poiché le polizze assicurative sono viste come una tutela alla crisi sotto vari aspetti, mentre scuola e università sono la base del futuro.
Escludendo tedeschi e svizzeri, che godono ancora di una certa stabilità occupazionale, il resto degli intervistati si trova d'accordo nell'affermare che la paura più grande è quella di perdere il lavoro, in particolare la Spagna, ma anche il Portogallo e l'Italia hanno un'alta percentuale di abitanti preoccupati per la crisi economica in corso: si parla rispettivamente del 70% e del 67%.
La ricerca rende però noto che tutti i partecipanti al sondaggio si dicono concordi sull'importanza che ancora riveste un'adeguata copertura assicurativa e, se proprio ci fosse bisogno di tagliare il budget di quella voce, gli italiani preferiscono rinunciare all'assicurazione furto e incendio o a quella sulla casa, ma rinunciano meno volentieri (18%) a quella sugli infortuni e sulla vita (20%).
IL PARADOSSO DELLE PENSIONI INTEGRATIVE
Stranamente, i Paesi maggiormente colpiti dalla crisi (ovvero Spagna, Portogallo e Italia) sono quelli che hanno dimostrato una minore sensibilità verso le pensioni integrative, per ragioni diverse: se in Spagna e Portogallo il problema risiede nel non disporre della liquidità necessaria per prendere in considerazione un piano pensionistico privato, in Italia la questione è più di tipo culturale: il 34% degli intervistati italiani ritiene infatti di non aver mai pensato/non essersene interessato.
I residenti in Svizzera e Austria sono quelli più attenti a questa voce: circa il 30% sostiene di essere in possesso di un piano di accumulo pensionistico, mentre in Germania la percentuale è del 20% (contro il 5% dell'Italia).
Luglio 2013