Rischio ambientale

Una legge per promuovere la prevenzione dell’ambiente

L’obiettivo è incentivare comportamenti virtuosi sul fronte assicurativo, di prevenzione e certificazione. Sarà infatti riconosciuto un credito di imposta del 20% a copertura dei costi sostenuti

 

 

Presentata alla Camera la proposta di legge dal titolo "Concessione di un credito d’imposta in favore dei titolari di reddito d’impresa per la stipulazione di contratti di assicurazione, l’acquisizione di certificazioni e l’esecuzione di interventi di prevenzione in materia ambientale", volta ad incentivare comportamenti virtuosi su tre fronti: assicurazione, certificazione e prevenzione dei rischi ambientali e catastrofali. Una buona notizia in un Paese in cui soltanto il 2% delle imprese ha sottoscritto una copertura completa per i danni all’ambiente.

 

Una proposta di legge per un Paese gravemente sottoassicurato sui rischi ambientali

Presentata alla Camera dei Deputati la proposta di legge dal titolo "Concessione di un credito d’imposta in favore dei titolari di reddito d’impresa per la stipulazione di contratti di assicurazione, l’acquisizione di certificazioni e l’esecuzione di interventi di prevenzione in materia ambientale", Atto della Camera dei Deputati n. 445.

I pilastri della proposta sono dunque tre:

  • assicurazione;
  • certificazione;
  • prevenzione.

Un previsione normativa che alla luce della stretta attualità si innesta in una fase storica in cui questi tre pilastri diventano necessari quanto vitali per la sopravvivenza delle imprese italiane in un contesto di scarsa cultura della prevenzione e della riparazione dei danni alle risorse naturali.
Gli investimenti nella gestione dei rischi ambientali, infatti, sono davvero limitati: Pool Ambiente,  Consorzio per l'Assicurazione e la Riassicurazione della Responsabilità per Danni all'Ambiente, stima che sono meno del 2% le aziende che hanno sottoscritto una copertura completa per i danni all’ambiente, con il rischio d’insolvenza in caso di danno all’ambiente che è, infatti, particolarmente elevato nel nostro Paese.
L’On. Maria Chiara Gadda, vicepresidente della XIII Commissione Agricoltura alla Camera, dichiara:
"L’obiettivo della Proposta di Disegno di Legge è quello d’incentivare nelle imprese italiane dei comportamenti virtuosi volti a rendere più complete ed efficaci le politiche ambientali a tutela e protezione delle risorse naturali attraverso l’utilizzo di strumenti, come quello della polizza assicurativa per danni all’ambiente, in grado di supportare un’organizzazione nella gestione delle conseguenze di un evento di danno all’ambiente, nel rispetto delle norme applicabili, nell’effettuazione degli interventi di messa in sicurezza e ripristino e nel sostenerne i relativi costi. Allo stesso tempo l’esperienza dimostra come sia necessario sostenere, anche attraverso apposite risorse statali, gli investimenti delle imprese per la prevenzione dei danni all’ambiente e in generale per una migliore mappatura e gestione dei rischi ambientali attraverso l’applicazione dei requisiti previsti dalla prassi di riferimento UNI/PdR 107:2021 'Ambiente Protetto' e l’ottenimento della relativa certificazione che può essere richiesta da qualsiasi tipo di azienda, indipendentemente dal settore di riferimento e dalle dimensioni." 

 

Incentivi per prevenzione, certificazione e assicurazione

Vediamo cosa prevede nel dettaglio la proposta di legge. La norma è improntata su una politica di incentivi che consistono nel riconoscimento di un credito di imposta del 20% a copertura dei costi sostenuti per:

  • sottoscrizione di polizze per il rischio di danno ambientale;
  • riconoscimento della certificazione UNI/PdR 107:2021 "Ambiente Protetto – Linee guida per la prevenzione dei danni all’ambiente – Criteri tecnici per un’efficace gestione dei rischi ambientali", che viene equiparato agli incentivi già riconosciuti per EMAS, per la certificazione UNI EN ISO 14001:2015;
  • interventi di prevenzione degli eventi di danno all’ambiente quali la manutenzione sui serbatoi interrati e sui bacini di contenimento.

La norma infine definisce gli oneri finanziari a carico dello Stato per l’anno 2024 che sono pari a:

  • 1,820 milioni di euro per le coperture assicurative;
  • 1 milione di euro per le certificazioni;
  • 2,2 milioni di euro per la prevenzione. Per l’articolo 3 invece non è previsto alcun onere statale.

 

L'importanza degli incentivi

Ricordiamo che la proposta di legge rientra in un più ampio quadro di consapevolezza istituzionale su un tema ormai centrale per l'economia del nostro Paese, peraltro basata sul lavoro delle PMI che necessitano di essere accompagnate nelle attività di prevenzione, certificazione e assicurazione, che richiedono investimenti e uno sforzo organizzativo.
Anche il Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), infatti, prevede tra le misure necessarie da implementare a livello nazionale la promozione di coperture assicurative per i danni agli ecosistemi anche in conseguenza di eventi naturali estremi che ad esempio potrebbero essere la causa scatenante di un incidente in azienda con conseguente danno alle risorse naturali.
Perché si tratta di eventi che possono generare danni di due tipi concatenati fra loro:

  • catastrofi naturali che pregiudicano la continuità del business;
  • eventi estremi che portano ad incidenti che possono causare ingenti danni all'ambiente naturale circostante (come gli sversamenti di materiale tossico, ad esempio).

Dunque sono fondamentali delle politiche finalizzate ad incentivare comportamenti più virtuosi nelle imprese per garantire una più efficace protezione delle risorse naturali e della salute delle persone.

ANIA a tal proposito dichiara: "La proposta di legge presentata dall’Onorevole Gadda è molto interessante perché prevede incentivazioni fiscali per le imprese che stipulano una copertura ambientale. Auspichiamo che queste misure rappresentino un punto di partenza e non di arrivo. Nell’ottica di un aumento della base assicurativa sarebbe opportuno che tali incentivi fossero accompagnati anche da altri tipi di interventi di natura pubblica e da campagne di sensibilizzazione sul tema."

Sul tema della sottoassicurazione per rischi catastrofali, segnaliamo anche il nostro articolo Calamità naturali: in Italia elevata esposizione ma scarsa tutela

 

[H2] Il ruolo dei broker

Come detto, il tessuto produttivo del nostro Paese è formato da piccole e medie imprese, che necessitano di tutto il supporto pubblico-privato possibile affinché avvenga un cruciale salto culturale verso la prevenzione, assicurazione e mitigazione dei danni ambientali.

Ecco che in un contesto di cronica sottoassicurazione e di oggettive difficoltà dimensionali e organizzative nel dotarsi di un'adeguata mappatura dei rischi, il ruolo dei broker diventa centrale.

Pietro Negri, Segretario Generale AIBA, spiega:

"I Broker sono professionisti che possono concretamente aiutare i clienti, in particolare le PMI, a comprendere e valutare meglio i nuovi rischi ESG che vanno via via manifestandosi nella loro crescente gravità, frequenza e intensità. Al tempo stesso sono professionisti capaci di rappresentare al mercato assicurativo tali bisogni, nell’ottica di stimolare una risposta e una più rapida innovazione dei prodotti. Considerare i fattori ESG nella valutazione del rischio, come già in parte avviene nella valutazione del merito finanziario, diverrà sempre di più un fattore concorrenziale anche per effetto della spinta esercitata dalle grandi imprese sulle rispettive catene di fornitura (supply chain). Non tener conto di tale evoluzione potrebbe determinare, nel medio termine, rilevanti effetti sulla capacità delle imprese di mantenere la loro competitività."

 

Sul tema segnaliamo anche il nostro articolo Il gap di protezione dalle catastrofi naturali: la dashboard EIOPA

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