Imprese: nuovi e vecchi rischi

Instabilità finanziaria, inflazione, politica monetaria e fiscale sono entrate nella top ten dei rischi maggiormente percepiti dalle aziende italiane nel 2022

 

 

L'osservatorio Cineas sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane è giunto alla sua decima edizione e nel 2023 indaga l’impatto dei rischi geopolitici e di quelli finanziari, l’internazionalizzazione delle imprese e il coinvolgimento in catene di fornitura globali e la partecipazione degli organi di governance nei processi di gestione del rischio.

Osservatorio Cineas: i rischi che minano la sopravvivenza delle imprese

Cineas, consorzio universitario senza fini di lucro fondato dal Politecnico di Milano nel 1987 che si occupa di diffusione della cultura del rischio, in collaborazione con IPSOS, ha pubblicato il suo "Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane".
La ricerca, giunta alla sua decima edizione, ha coinvolto 351 aziende. Il fatturato delle aziende che costituiscono il campione d’indagine è compreso tra 1 milione di euro e oltre i 50 milioni di euro (la fascia maggioritaria dei rispondenti si colloca oltre i 50 milioni di euro). Le imprese intervistate operano prevalentemente nell’industria manifatturiera.
Le imprese italiane affrontano un mondo sempre più interconnesso in cui la gestione della complessità è la norma con cui confrontarsi quotidianamente. Ecco che le aziende avvertono con una forza sempre maggiore la minaccia dei rischi esterni, che possono determinarne la sopravvivenza. Tra questi, i principali temi di preoccupazione risultano l’aumento dei costi dell’energia (45,1%), le interruzioni delle catene di fornitura (43,5%, valore che sale fino al 52,8% se si considerano le aziende di dimensioni medie) e l'aumento della competizione sul mercato del lavoro (28,3%).

Enzo Risso di Ipsos, afferma: "Dal 2019 ad oggi al primo posto dei rischi più temuti a livello mondiale dalle imprese c’è stato il cambiamento climatico. Ma ora sono diversi i temi di più stretta attualità che cominciano a far paura. Fino al 2022 una problematica come quella relativa all’instabilità geopolitica in Europa non era nemmeno lontanamente contemplata. L’evoluzione dei fattori di rischio ha portato nell’ultimo anno a individuare 6 rischi esistenziali: cat nat [catastrofi naturali, NdR], crisi energetica, supply chain, perdita di personale (si pensi al fenomeno relativo alla great resignation), crisi del mercato locale e nuove pandemie."

 

Rischi emergenti che cambiano l'approccio al risk management

I rischi geopolitici e finanziari, l’internazionalizzazione delle imprese, il coinvolgimento in catene di fornitura globali e la partecipazione degli organi di governance nei processi di gestione del rischio, sono stati solo alcuni dei temi toccati in sede di presentazione dell'Osservatorio, dal vicepresidente esecutivo dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (ISPI), Paolo Magri: "Negli ultimi anni è cambiato il mondo. La globalizzazione oggi si è trasformata e con sé anche il concetto di risk management. Se quattro anni fa i problemi più temuti relativamente alla gestione del rischio erano l’emergere sempre più forte della potenza cinese e la Brexit, oggi i problemi sono altri e sono diversi."

Pandemia e crisi economica ad essa correlata, guerra in Europa e nuova corsa agli armamenti, crisi delle materie prime e sullo sfondo di tutto questo il cambiamento climatico. Se paragoniamo il podio dei principali fattori di rischio percepiti dagli intervistati nel 2019 e nel 2022, osserviamo che nel 2019 vengono indicati clima, cyber risk e instabilità geopolitica, in questo ordine di importanza. Nel 2022 cambiano le posizioni e se il clima resta al primo posto, l'instabilità geopolitica arriva a superare il cyber risk. Inoltre nel 2022 nella top ten appaiono nuovi fattori: instabilità finanziaria, inflazione e politica monetaria e fiscale.

 

Osservatorio Cineas - X edizione - evoluzione dei fattori di rischio globale
Fonte: Cineas - Osservatorio sulla diffusione del Risk Management nelle medie imprese Aziende 2023

I rischi esistenziali delle aziende

Alla domanda "Quali di questi rischi considera esistenziali per la sua azienda, ovvero in grado di metterne in pericolo il presente e il futuro?", il 91,5% ha indicato rischi esterni, mentre il 54,5% ha segnalato anche rischi interni.

Fra i rischi esterni, i primi tre sono i seguenti:

  • forte aumento dei costi dell'energia (45,1%);
  • interruzione delle catene di fornitura (43,5%);
  • competizione sul mercato del lavoro e perdita delle risorse chiave (28,3%).

Mentre per quanto concerne i rischi interni preoccupano principalmente i danni all'immagine dell'azienda (23,6%), forte aumento dei tassi di interesse (19,2%) e obsolescenza tecnologica (19,0%).

Osservatorio Cineas - X edizione - rischi per aziende
Fonte: Cineas - Osservatorio sulla diffusione del Risk Management nelle medie imprese Aziende 2023

 

Le imprese a fronte di questi rischi si proteggono principalmente attraverso:

  • procedura di analisi di questi rischi in CdA (37,1%);
  • specifici sistemi di prevenzione (30,3%);
  • consulenti esterni (23,7%).

Tuttavia il 27,5% afferma di essere ancora in una preliminare fase di valutazione delle procedure, mentre il 19,7% dichiara di non avere procedure specifica, dato che diventa preoccupante se si analizzano le sole piccole imprese (33,5%, più di una su tre).

Organi di governance e processi di gestione del rischio

Passando alle strutture organizzative, soltanto il 49,3% delle imprese intervistate dichiarano di avere una mappatura dei rischi a livello di CdA, con uno spaccato dimensionale che mostra un vantaggio notevole per le imprese maggiormente strutturate. Infatti la mappatura dei rischi a livello di CdA è presente nell'84,1% delle grandi imprese, nel 44,1% delle medie e nel 37,5% delle piccole.
Sempre in merito alla mappatura, laddove questa è presente, l'investimento viene visto come strategico nel 48% dei casi, mentre la strategicità scende al 23,5% dove la mappatura non c'è.

I principali motivi per adottare un metodo di gestione dei rischi, poi, sono i seguenti:

  • razionalizzare le decisioni e strutturare la governance dell'azienda (52,5%);
  • salvaguardare i mezzi di produzione e la continuità del business (39,8%), per le medie imprese questa percentuale sale al 43,9;
  • ottemperare a specifiche normative (35,4%).

Per le imprese che si sono dotate di sistemi di gestione, la supervisione spetta al titolare di impresa per il 35%, al risk manager per il 27,5% (figura presente nel 30,9% delle imprese con mappatura dei rischi) e al direttore finanziario per il 19,8%.

 

Copertura delle imprese e trasferimento del rischio

In un quadro così delineato, con le imprese che esprimono chiaramente quali siano le proprie preoccupazioni, tuttavia la gestione del rischio resta un'attività aziendale ancora frammentaria.
Soltanto nelle metà delle imprese intervistate, come abbiamo visto, è stato costituito un modello di mappatura del rischio al livello del consiglio di amministrazione. E anche nel caso in cui vi sia un'attività di gestione de rischio, questa risulta essere spesso soltanto una necessità per minimizzare la frequenza e la gravità dei danni (60,5%) e non un'opportunità per anticipare le minacce future (53,9%).
Dunque si assume un atteggiamento di reazione e non di azione, individuando nella mappatura più un costo che un'opportunità di acquisire un importante vantaggio competitivo in un mondo sempre più complesso.
Passando poi alle formule per il trasferimento del rischio, queste non risultano particolarmente diffuse, soprattutto in determinati ambiti cruciali per la continuità del business. Un esempio eclatante è rappresentato dal cyber risk, che risulta percepito dall'86% delle aziende come un fattore di rischio molto o abbastanza importante, ma per il quale soltanto il 26% delle imprese si è dotata di una polizza contro gli attacchi informatici, evidenziando un grave gap di protezione pari al 60%.

 

L'importanza dell'Enterprise Risk Management nelle piccole e medie imprese

Il partner ideale per colmare il gap di protezione rilevato su diversi fronti, è sicuramente il broker assicurativo. Un supporto supporto professionale e competente per manager e amministratori che intendono trasformare le minacce in opportunità di acquisire vantaggi competitivi sui propri mercati di riferimento.
Le imprese in collaborazione con il brokere possono lavorare all'implementazione di un programma di gestione dei rischi, l'Enterprise Risk Management (ERM), che rappresenta:
"un processo che coinvolge amministratori, manager e altro personale aziendale, applicato in sede di definizione degli obiettivi strategici e a copertura dell’intera organizzazione, designato per identificare potenziali eventi che potrebbero impattare l’impresa e per gestire i rischi coerentemente con il ‘risk appetite’ offrendo ragionevole certezza circa il conseguimento degli obiettivi aziendali."

ASSITECA-HOWDEN offre un approccio integrato, che comporta una serie di attività, tra le quali:

  • disegno e implementazione del sistema integrato di enterprise risk management;
  • revisione periodica del risk assessment;
  • supporto operativo nella gestione dei rischi individuati;
  • predisposizione di un cruscotto informativo per il controllo dei rischi;
  • in-sourcing della funzione di risk management;
  • formazione in tema di gestione dei rischi.

Un approccio che dunque va oltre la mera copertura assicurativa, attraverso la consulenza per la mappatura dei rischi e la loro gestione, basilare per affrontare positivamente il bivio per la sopravvivenza (e la crescita) nel mercato globale.

 

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