Calamità naturali: in Italia elevata esposizione ma scarsa tutela

E’ allarmante la crescita degli eventi meteorologici estremi: nel 2022 le perdite economiche globali sono state pari a 275 miliardi di dollari di cui solo il 45% (per un importo comunque di ben 125 miliardi) coperto da polizze assicurative.

 

 

Nel 2022, dopo il 2021, si confermano perdite assicurate da catastrofi naturali che superano la soglia drammatica dei 100 miliardi di dollari a livello globale. A confermarlo il Rapporto Sigma che rileva la situazione allarmante di una crescita degli eventi catastrofali per numerosità e intensità a fronte di una cronica sottoassicurazione, che colpisce in particolar modo l'Italia, Paese particolamente esposto agli effetti del cambiamento climatico.

Rapporto Sigma: catastrofi naturali in crescita

Nel 2022 le perdite globali legate ai fenomeni catastrofali ha raggiunto un cifra enorme: 284 miliardi di dollari, di cui 275 riconducibili ai danni economici causati da eventi atmosferici con nefaste conseguenze. 285 eventi, che hanno causato oltre 35mila vittime. Con 125 miliardi di dollari, le perdite assicurate hanno coperto il 45% dei danni, e per il secondo anno consecutivo, dopo il 2021, i danni coperti da assicurazione hanno superato i 100 miliardi di dollari. Dati che conducono anche ad un aumento medio annuo del 5-7% dei sinistri assicurati negli ultimi tre decenni.
Queste le immediate evidenze del Rapporto Sigma di Swiss Re, che certifica il trend in crescita delle catastrofi naturali sia per frequenza che per intensità, provocando danni sempre maggiori. Il report punta a fotografare situazione e tendenze e ad individuare il ruolo del settore assicurativo in entrambe le fasi:

  • preventiva, preparando istituzioni, organizzazioni e individui ad attutire agli effetti degli eventi avversi;
  • post evento, sostenendo le perdite ed aiutando la ricostruzione.

Daniela D’Andrea, CEO Swiss Re Italia, dichiara: "C’è ancora molto da fare, in particolar modo per l’Italia. Noi siamo il Paese più esposto alle calamità ma, ironicamente, ma siamo anche quelli meno protetti. Infatti da noi non è coperto dalle polizze l’87% delle perdite dovute a catastrofi naturali, mentre nel Regno Unito siamo al 25%, in Svizzera al 31%, in Francia al 47% e in Germania al 58%."

SigmaRe - Swiss Re Institute
Fonte: Rapporto SigmaRe - Swiss Re Institute

Il peso di inflazione e innalzamento dei tassi

L'esigenza di copertura delle proprietà per i danni da catastrofi naturali cresce all'aumentare della loro numerosità ed entità. Al contempo, però, si registra un incremento consistente dell'inflazione, che nel 2022 ha raggiunto una media del 7% nelle economie avanzate e del 9% in quelle emergenti. L'impennata dei prezzi ha avuto come conseguenza l'aumento del valore nominale di edifici, veicoli e altri beni assicurabili, e dunque anche quello delle richieste di risarcimento per danni causati da catastrofi naturali.

Jérôme Jean Haegeli, Group Chief Economist di Swiss Re, osserva: "La tempesta economica non è finita e i tassi di interesse dovranno probabilmente aumentare ancora, data la pressione inflazionistica esistente. Ciò significa costi di finanziamento più elevati e, di conseguenza, è probabile che i fornitori di capacità rimangano più cauti nell’impiego del capitale per una serie di ragioni, tra cui la valutazione del rischio e l’esperienza delle perdite. A nostro avviso, poiché le esposizioni più elevate si scontrano con una minore propensione al rischio, è probabile che prosegua la tendenza all’aumento dei prezzi, all’aumento delle ritenute e all’irrigidimento dei termini e delle condizioni."

Dunque inflazione e politiche monetarie restrittive, avviate dalle banche centrali per contrastarla, agiscono di fatto in questa fase nella stessa direzione sul fronte delle coperture e dei risarcimenti, complicando l'accesso alla protezione assicurativa

Uragano Ian: i danni ingenti di un unico evento catastrofale

L'uragano Ian ha rappresentato l'evento catastrofale emblematico del 2022, generando gran parte dei danni assicurati nell'anno. L’uragano Ian, con una tempesta di categoria 4, ha coinvolto la Florida nel mese di settembre, provocando danni assicurati stimati in 50-65 miliardi di dollari. Un evento secondo solo all’uragano Katrina del 2005, tra i sinistri assicurati per catastrofi naturali più costosi registrati dal Rapporto.
Per valutare le dimensioni del fenomeno, basti pensare che le tempeste che hanno colpito l’Europa nord-occidentale nel febbraio 2022 (Eunice, Dudley, Franklin), hanno causato complessivamente danni assicurati per oltre 4 miliardi di dollari. Un dato che segna il raddoppio del totale per questa categoria rispetto alla precedente media decennale.
Nella sola Francia si è poi registrata la più alta perdita annuale dovuta alle grandinate: pari a 5 miliardi di dollari.
Passando al fenomeno delle inondazioni, anche in questo caso le perdite globali sono state superiori alla media, con l’Australia orientale coinvolta nel febbraio-marzo 2022 in un evento che ha provocato perdite assicurate per 4,3 miliardi di dollari, il più grande evento di sinistri per catastrofi naturali mai verificatosi Paese.
Per quanto concerne invece gravi siccità e ondate di calore, si rilevano fenomeni da record in tutto il mondo. Perdite assicurate pari a 1 miliardo di dollari in Brasile, dove le rese dei raccolti di soia e mais sono state le più penalizzate.


Eventi catastrofali in Italia: tra elevata esposizione e scarsissima protezione

Abbiamo accennato in principio alla situazione italiana, particolarmente critica sul fronte degli eventi catastrofali in crescita.
Nell’ultimo decennio, infatti, gli eventi meteorologici estremi in Italia, tra cui piogge intense, grandine e trombe d’aria, sono più che quadruplicati, passando da 348 eventi nel 2011 a 1.602 nel 2021. In totale, tra il 2013 e il 2022 le catastrofi naturali (terremoti, frane, alluvioni, siccità ecc.) hanno provocato danni in Italia per un ammontare complessivo di 37 miliardi di dollari. Di questi, solo 5 miliardi erano assicurati. Ne consegue che 32 miliardi non erano coperte da polizze, generando un pericoloso protection gap pari all’87% del totale.

 

Rischi da catastrofi naturali: che fare?

Cosa fare dunque al cospetto di un cambiamento climatico che accelera le manifestazioni climatiche estreme, in un contesto economico che complica l'accesso alle necessarie coperture assicurative? Nikhil da Victoria Lobo, head western and southern Europe di Swiss Re, dichiara:
"L'aumento di frequenza e intensità delle calamità in tutto il mondo e in particolare in Europa obbliga il comparto assicurativo ad adottare modelli predittivi più accurati, non solo nella previsione delle catastrofi ma anche nella valutazione e nella stima dei rischi. Inoltre, dato il crescente ammontare delle perdite, è indispensabile tenere da conto gli eventi definiti secondari al pari di quelli principali."
Tuttavia, il settore assicurativo da solo non basta, occorre un approccio sistemico, un solido piano di contrasto al cambiamento climatico. Le istituzioni in questo hanno un ruolo fondamentale nel sensibilizzare l'opinione pubblica e accrescere la consapevolezza della necessità di investire per essere più preparati ad affrontare i rischi.
In questo contesto si innestano le dichiarazioni del Ministro dell'Ambiente italiano che, nel corso del suo intervento annuale al convegno dell'Aiba, associazione italiana dei broker assicurativi, ha affermato:
"Quello delle polizze catastrofali obbligatorie è un tema di cui si discute da tempo e non possiamo chiudere la porta a questa soluzione che deve essere ovviamente complementare, e non sostitutiva, di politiche nazionali e locali di prevenzione."

Assicurazione catastrofi naturali: come accrescere la protezione

Un approccio integrato, dunque. Un impegno combinato di pubblico e privato in cui come detto le istituzioni hanno grandi responsabilità e potere, mentre le organizzazioni possono impegnarsi a tutelare le proprietà e attività, anche attraverso migliori coperture assicurative.  Le organizzazioni possono attivarsi nella valutazione e mappatura dei rischi, inclusi quelli ambientali e catastrofali che riguardano i territori in cui insistono i propri stabilimenti.
Per le grandi aziende e a maggior ragione per le PMI, che per dimensioni non possono contare su una struttura articolata, affidarsi ai servizi di consulenza di un broker come Assiteca rappresenta una scelta strategica che permette, attraverso le competenze assicurative combinate con quelle verticali per settore economico, di analizzare nel dettaglio rischi, danni potenziali ed esigenze di protezione assicurativa.
Soltanto attraverso questo tipo di approccio, è possibile, ridurre, contenere e mitigare i rischi e i danni conseguenti, al fine di garantire la continuità aziendale e acquisire un vantaggio competitivo notevole, in un contesto di sottoassicurazione generalizzata, come abbiamo visto.

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