Secondo l’Allianz Risk Barometer 2023, nel mondo le minacce più temute dalle aziende si confermano i rischi informatici e l’interruzione dell’attività. In un contesto come quello attuale, definito di “permacrisi”, in cui si devono affrontare le conseguenze della pandemia e della guerra, emergono però anche nuovi rischi.
L'Allianz Risk Barometer 2023 fornisce la classifica dei principali rischi percepiti dalle aziende a livello globale e territoriale. Il barometro raccoglie interessanti informazioni anche sull'evoluzione della percezione dei rischi e sulla lettura del contesto attuale da parte delle aziende, che ormai da un triennio si ritrovano ad operare in una situazione di crisi permanente senza soluzione di continuità nel passaggio da una criticità a quella successiva. Basti pensare alla concatenazione delle crisi pandemica, di interruzione della catena logistica, energetica, geopolitica e macroeconomica. Un contesto che richiede riflessioni e investimenti per mappare, limitare e ridurre rischi ed eventuali conseguenze.
Allianz Risk Barometer 2023: i timori delle aziende tra rischi informatici e macroeconomici
L’Allianz Risk Barometer è una classifica annuale, curata da Allianz Global Corporate & Specialty (AGCS), che illustra i rischi d’impresa attraverso la consultazione di 2.712 esperti di gestione del rischio in 94 paesi e territori. Sono coinvolti amministratori delegati, risk manager, broker ed esperti assicurativi. La classifica misura il livello di percezione dei rischi e quali sono le variazioni nel corso del tempo.
Veniamo subito alla classifica dei rischi percepiti a livello globale, stilata per il 2023:
- rischi informatici;
- interruzione di attività;
- cambiamenti nello scenario macroeconomico;
- crisi energetica;
- cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare;
- catastrofi naturali;
- cambiamento climatico;
- carenza di manodopera qualificata;
- incendi ed esplosioni;
- rischi politici.
Un primo commento ai risultati dell'edizione n. 12 del barometro, lo fornisce Joachim Mueller, CEO di AGCS: "Per il secondo anno consecutivo l’Allianz Risk Barometer mostra che le aziende sono più preoccupate per l’aumento dei rischi informatici e di interruzione dell’attività. Al contempo, osserviamo un forte movimento nella classifica dei rischi macroeconomici ed energetici. Le aziende, soprattutto in Europa e negli Stati Uniti, sono preoccupate per l’attuale “permacrisi” derivante dalle conseguenze della pandemia e dall’impatto economico e politico della guerra in corso in Ucraina. Si tratta di uno stress test per la resilienza di ogni azienda."
Mueller rileva, tuttavia, una notizia positiva dal punto di vista del settore assicurativo: sono molte le imprese che si sono attivate per apportare continui miglioramenti sul fronte della mappatura, della copertura e della mitigazione dei rischi. Sempre più frequenti le azioni per rendere le organizzazioni resilienti.
Rischi cyber in cima alle preoccupazioni delle aziende
Per il secondo anno consecutivo, sono i rischi informatici quelli che destano maggiori preoccupazioni per le organizzazioni a livello globale. Pericolo sentito come prioritario in ben 19 Paesi del mondo, tra cui Italia, Canada, Francia, Giappone, India e Regno Unito. Una questione che riguarda soprattutto le PMI, quelle cioè che hanno un fatturato annuo inferiore ai 250 milioni di dollari.
Le grandi aziende, infatti, sono sempre più attive e preparate a difendersi dagli attacchi informatici come pure a ridurre l'impatto dei potenziali danni. Aziende che riescono a tutelarsi perché possiedono naturalmente due caratteristiche fondamentali per difendersi: risorse finanziarie e struttura organizzativa. Due caratteristiche che invece possono mancare o essere insufficienti nelle imprese con dimensioni più ridotte, e che quindi restano più facilmente esposte ai pericoli derivanti dalla scarsa sicurezza informatica. In molti casi, poi, le strutture più piccole tendono semplicemente a sottovalutare la loro esposizione al rischio.
Si tratta dunque di un rischio molto sentito e purtroppo reale. A certificarlo il Cyber Center of Competence di Allianz, secondo cui la frequenza degli attacchi ransomware rimarrà elevata nel 2023, mentre il costo medio di una violazione dei dati è ai massimi storici. Le motivazioni sono da ricercare in una concatenazione di eventi:
- attività che si sono spostate massicciamente online a seguito della pandemia da Covid-19;
- conflitto in Ucraina che vede gli attacchi informatici tra le armi in campo;
- crescente carenza di professionisti esperti in sicurezza informatica.
Una situazione che accresce di molto l'esposizione delle organizzazioni private come pure delle istituzioni pubbliche.
Attenzione massima all'interruzione del business
Tra le conseguenze degli attacchi informatici, troviamo poi il secondo rischio percepito come rilevante a livello globale: l'interruzione del business. Che accada per un attacco cyber, oppure per un evento catastrofale o ancora per un'interruzione improvvisa della catena di fornitura, tutte esperienze che molte aziende hanno dovuto affrontare, l'interruzione delle attività produttive genera danni notevoli, che possono arrivare a pregiudicare l'esistenza stessa delle imprese.
La Business Interruption (BI) figura inoltre quale rischio maggiormente sentito, ancor più di quello informatico, in Paesi quali Brasile, Germania, Messico, Paesi Bassi, Singapore, Corea del Sud, Svezia e Stati Uniti.
Torniamo alle cause più temute, che possono portare all'interruzione:
- il 45% segnala gli attacchi informatici;
- il 35% la crisi energetica;
- il 31% le catastrofi naturali.
Fattori che possono generare anche più di una crisi contemporaneamente e che dunque impongono una corsa ai ripari per tenere sotto controllo la situazione e limitare gli stop produttivi.
Agli elementi sopra citati, occorre poi aggiungere la possibile recessione, che potrebbe portare con sé il rischio di fallimento e insolvenza dei fornitori. Un rischio sempre più pervasivo dal momento che Allianz Trade rileva che le insolvenze aziendali globali potrebbero registrare un forte aumento nel 2023, con un +19% rispetto all'anno precedente.
I rischi del contesto macroeconomico
Il contesto macroeconomico rappresenta la terza preoccupazione a livello globale per le imprese. Impressionante il balzo dal 10° posto rilevato nel 2022, ma giustificato dalla attuale situazione geopolitica, che ha pesanti ripercussioni come l'elevata inflazione (che in Italia ha toccato la doppia cifra) e la volatilità dei mercati finanziari.
I rischi macroeconomici si attestano per la prima volta, dopo circa un decennio, sul podio dei timori delle organizzazioni, questo anche perché le principali aree economico-produttive si trovano contemporaneamente in crisi economica, ed in particolare Stati Uniti ed Europa sono in bilico sul filo della recessione.
L’inflazione desta particolari preoccupazioni perché va ad incidere su struttura dei prezzi e margini di redditività delle imprese. Ma anche i mercati finanziari sono davanti ad un 2023 complesso che parte dalle notevoli perdite sulle borse mondiali e subisce gli influssi delle strette delle banche centrali.
Ludovic Subran, Chief Economist presso Allianz, afferma: "Il 2023 sarà un anno difficile; dal punto di vista puramente economico, probabilmente sarà un anno da dimenticare per molte famiglie e aziende. Tuttavia, non c’è motivo di disperare. Innanzitutto, l’inversione di tendenza dei tassi di interesse è di grande aiuto, soprattutto per i milioni di risparmiatori. Anche le prospettive a medio termine sono molto più rosee, nonostante – o piuttosto a causa – della crisi energetica. Le conseguenze, al di là della recessione prevista per il 2023, si stanno già facendo sentire: una trasformazione forzata dell’economia in direzione della decarbonizzazione e una maggiore consapevolezza dei rischi in tutti i settori della società, che rafforzerà la resilienza sociale ed economica."
Come cambia la percezione del rischio nel 2023
Uno degli elementi rilevanti di questa edizione dell'Allianz Risk Barometer, è sicuramente lo spostamento del baricentro dei rischi percepiti.
Seppure la sicurezza informatica resta saldamente al primo posto, seguita dalla Business Interruption, ci sono nuovi rischi che entrano in gioco e altri che acquisiscono maggiore o minore importanza. Questo perché siamo in una fase storica di cambiamenti di portata globale e con una accelerazione nella richiesta di resilienza a governi, imprese, famiglie e singoli individui.
Il caso più eclatante è quello legato ai cambiamenti macroeconomici come l’inflazione, le turbolenze dei mercati finanziari e una recessione che incombe, tutti fattori che fanno passare questo rischio dal 10° posto al podio della top 3.
Notevole anche l’impatto della crisi energetica, che entra direttamente al 4° posto. Ci sono alcuni settori, quali chimico, fertilizzanti, vetro e alluminio, sono particolarmente esposti al rischio di interruzione delle attività in caso di contingentamento dell'energia o di aumento incontrollato dei prezzi. Interruzioni che possono ripercuotersi lungo tutta la catena del valore, influendo su altri settori collegati a quelli di base.
Alla luce di quanto detto, le catastrofi naturali scendono dal 3° al 6° posto, come pure i cambiamenti climatici, che vanno dal 6° al 7°, mentre la pandemia, che nel 2022 era al 4° posto, nel 2023 scivola fuori dalla top 10, giungendo al 13° posto.
Chiudiamo con un nuovo ingresso, al 10° posto, dei rischi politici e di violenza. Il contesto finora descritto, infatti, porta le imprese a temere le interruzioni dovute a scioperi, sommosse e disordini civili, che potrebbero far seguito alla crisi del costo della vita in atto in diversi Paesi.
Allianz Risk Report 2023: la top 10 dei rischi in Italia
Il barometro fornisce poi il dettaglio Paese per Paese, dunque è possibile osservare come si compone la classifica dei rischi percepiti in Italia, che esponiamo di seguito:
- rischi informatici;
- interruzione di attività;
- crisi energetica;
- cambiamenti nello scenario macroeconomico;
- cambiamento climatico;
- cambiamenti nello scenario legislativo e regolamentare;
- catastrofi naturali;
- incendi ed esplosioni;
- sviluppo del mercato;
- rischi politici.
Nel Belpaese la classifica è sostanzialmente in linea con quanto emerso a livello globale, anche dal punto di vista delle new entry e delle nuove sensibilità che hanno fatto seguito alle crisi del 2022. Tuttavia, come in Germania e Francia, la crisi energetica, a differenza del dato globale, pesa più dei cambiamenti macroeconomici, anche a causa della forte dipendenza dell'Italia dalle forniture estere di gas, che ha reso più vulnerabili le nostre imprese.
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