Cresce il ruolo del Risk Manager all’interno delle imprese, sempre più coinvolto nelle strategie aziendali e politiche di sostenibilità. Una funzione che, complice il periodo di incertezza e la transizione digitale ed ecologica, si sta evolvendo in modo significativo, come emerge dall’indagine “European Risk Manager 2022” realizzata da Ferma
Risk manager sempre più coinvolti nelle strategie aziendali e sulla sostenibilità. È quanto emerge dall'edizione 2022 dell'European Risk Manager Survey, realizzata da FERMA (The Federation of European Risk Management Associations) che indaga sull'evoluzione di questo profilo professionale. Un'evoluzione che è anche trasformazione, come ampiamente affermato nel corso dell'European Risk Forum 2022, che si è tenuto dal 9 all'11 ottobre 2022 a Copenhagen.
Temi centrali di una professione, ormai a servizio diretto delle prime linee aziendali, sono la sicurezza informatica, la transizione digitale e la sostenibilità, in un contesto in cui i rischi si evolvono e toccano ogni aspetto dell'attività aziendale.
European Risk Manager Survey 2022: una fase di transizione
Come si è evoluta la figura professionale del risk manager in Europa? L'edizione 2022 dell'European Risk Manager Survey, realizzata da FERMA (The Federation of European Risk Management Associations), fornisce una serie di risposte su questo tema, analizzando il contesto complesso che si è venuto a creare a partire dal 2022, tra pandemia, conflitto russo-ucraino e inflazione.
Un clima di generalizzata incertezza che non fa che accentuare la centralità della figura del risk manager, con i dati del report 2022 a mostrare l'importante fase di transizione in cui ci troviamo.
La gestione del rischio sale di livello nelle organizzazioni, toccando sempre più di frequente i board e il top management (riguarda i due terzi dei risk manager), e si consolida il coinvolgimento dei risk manager nelle strategie aziendali.
Questa professione si evolve e cresce all’aumentare dell'importanza di avere organizzazioni resilienti, in grado di muoversi nelle incertezze e di tutelare la continuità del business.
Per quanto concerne la transizione, digitale ed ecologica, i risk manager lavorano a stretto contatto con le divisioni IT e vedono crescere il proprio coinvolgimento sulla sostenibilità ambientale, sociale e di governance societaria (ESG), lavorando sui rischi correlati.
In merito al trasferimento del rischio, questa competenza resta nelle mani di chi nell'organizzazione si occupa delle coperture assicurative. Tuttavia un numero significativo di risk manager ritiene che alcune attività e località potrebbero non essere più assicurabili in futuro, il che richiederà l'attivazione di strategie complesse per la prevenzione e la mitigazione dei rischi.
La figura del risk manager è essa stessa in una fase di transizione verso il ruolo di coordinatore del rischio, la persona che raccoglie e consolida le informazioni che confluiscono da tutte le altre funzioni esposte ai rischi, al fine di dare al top management una visione chiara e comprensibile della situazione.
Transizione che ha avuto ampio spazio, fin dal titolo "Transitioning together – risk leadership in a fast changing world", nell'European Risk Forum 2022, che si è tenuto dal 9 all'11 ottobre 2022 a Copenhagen, con la partecipazione di 1.900 delegati, 65 speaker e 20 sessioni per dibattere dell'evoluzione di questa figura professionale. Vediamola dunque, questa evoluzione.
Evoluzione del risk manager e visione del futuro
Qual è lo scenario dei rischi nel 2022? Pandemia, guerra, incertezze sul fronte geopolitico, sviluppo economico, transizione digitale ed ecologica, hanno ridisegnato le mappe dei rischi degli ultimi 5 anni.
Se i rischi per la sicurezza informatica sono rimasti saldamente in cima alla top 5 individuata dalla survey, nel 2022 al secondo e terzo posto si attestano rispettivamente le minacce legate alla catena delle forniture e quelle derivanti dall'instabilità geopolitica, seguono la crescita economica incerta e l'over-regulation.
Questioni geopolitiche e supply chain, in particolare, hanno monopolizzato l'attenzione dei risk manager soltanto nell'ultimo biennio, nel 2018 e nel 2020, non figuravano ancora nella top 5, a dimostrare quanto rapidamente sono cambiati gli scenari e l'importanza di un'attività accurata di mappatura dei rischi e di coinvolgimento del top manager su tutte le possibili minacce che possono coinvolgere l'organizzazione.
Organizzazione che deve valutare gli impatti potenziali degli eventi nelle proprie strategie, riconsiderando le tempistiche e abbandonando la visione del rischio solo su un orizzonte temporale lungo e con l'idea che le minacce abbiano una probabilità bassa di diventare realtà. La resilienza sale in cima alle agende delle imprese e i risk manager prendono posto nei più alti livelli decisionali.
Il 90% dei risk manager è coinvolto nelle strategie corporate (completamente, per la maggior parte o parzialmente). L'Enterprise Risk Management include nel 61% dei casi i rischi strategici e l'analisi dei rischi è integrata nel processo di definizione delle strategie nel 40% dei casi. Per quanto concerne i rischi:
- il 40% dei risk manager interviene sull'analisi dei rischi collegati alla sostenibilità e al suo impatto sulle strategie dell'organizzazione;
- il 37% lavora sui rischi di interruzione del business;
- il 16% è impegnato sulla trasformazione digitale.
Risk manager, sostenibilità e transizione digitale
I risk manager sono sempre più coinvolti sui rischi collegati alla sostenibilità ambientale, sociale e di governance (rischi ESG), con un incremento del 16% nel 2022 rispetto ai dati rilevati nel 2020.
Cresce inoltre la collaborazione dei risk manager con i team che si occupano di sostenibilità e di CSR (Corporate Social Responsibility), considerando che nel 2020 soltanto il 20% dichiarava che tale collaborazione fosse in essere mentre nel 2022 raggiunge il 32%, con una crescita a doppia cifra, a dimostrazione che ERM e sostenibilità sono strettamente correlati ormai.
Negli ulti due anni, poi, la pandemia ha accelerato un'altra transizione: quella digitale. Basti pensare alla diffusione sempre più capillare dello smartworking (o remote working). Tuttavia la digitalizzazione e gli strumenti adeguati a gestirla, non crescono alla medesima velocità e dunque questo incide sulle minacce potenziali.
I risk manager mantengono un elevato livello di collaborazione con le divisioni IT, raggiungendo il 49% nel 2022 rispetto al 43% del 202, e con i team che si occupano di sicurezza informatica (52% nel 2022 contro il 45% del 2020.
European Risk Manager Survey 2022: i risk manager in Italia
Come si è evoluta la figura dei risk manager in Italia?
La survey ne traccia innanzitutto l'identikit: sono in prevalenza uomini (73% contro il 27% di donne), hanno un'età compresa tra i 36 ed i 55 anni, e tipicamente hanno più di 10 anni di esperienza. Il 71% ha certificazioni o qualifiche in risk management, a sottolineare quanto la formazione conti per questo figura professionale, formazione che il 68% ritiene fondamentale per sostenere un ruolo sempre più strategico.
Il 59% dei risk manager lavora per grandi imprese (più di 250 addetti, per intenderci), e i settori principali in cui sono impiegati sono assicurazioni (20%), servizi aziendali e professionali (18%), energia e utilities (15%), manifattura (7%), mentre il restante 16% è suddiviso tra gli altri settori economici.
Le due responsabilità principali dell'ERM sono la business continuity (25%) e la qualità (18%), mentre le principali attività del risk manager sono le seguenti:
- 76% mappatura dei rischi;
- 63% sviluppo, implementazione e analisi della cultura del rischio in azienda;
- 56% definizione della propensione al rischio e delle relative strategie.
In Italia come in Europa, in cima alle priorità resta la lotta ai rischi per la sicurezza informatica, seguono le frodi, la catena delle forniture, le crisi geopolitiche e l'over regulation.
Per quanto concerne la prima priorità, emerge che il 58% dei risk manager ha una stretta e regolare collaborazione con l'IT e il 69% lavora a contatto con i team che si occupano di sicurezza informatica.
Sul fronte ESG, l'81% dei risk manager afferma di essere impegnato nella stesura di piani relativi alla gestione dei rischi correlati (nel 2020 rappresentavano il 59%).
Il report rileva poi quali saranno le strategie assicurative dei prossimi due anni per la copertura dei rischi e le risposte hanno riguardato la ritenzione del rischio (64%), l'uso di una assicurazione captive già esistente (14%), la creazione di una captive (14%) e per il 41% l'uso di veicoli di trasferimento assicurativo alternativi. La propensione all'uso di captive sale dal 21% del 2020 al 28% del 2022.
Risk manager e mercato assicurativo
Il mercato assicurativo è molto cambiato negli ultimi due anni, anche a causa delle pressioni derivanti da pandemia, inflazione ed instabilità geopolitica. Diventa dunque una priorità l'identificazione delle strategie più adeguate a coprire i nuovi rischi emersi.
I manager assicurativi sono dunque impegnati a comprendere i trend di mercato e fornire analisi accurate a chi prende le decisioni, in modo da adeguare le strategie al fine di coprire in maniera più efficiente i rischi.
Cambia il mercato assicurativo e nel 2022 cambiano le strategie di chi si occupa delle coperture:
- il 60% ha modificato il modello di acquisto delle coperture;
- il 40% rafforza le attività di prevenzione delle perdite;
- il 31% negozia accordi di lungo termine.
Questi cambiamenti sono stati stabiliti principalmente perché il mercato si è irrigidito (per l'81% degli interpellati. Per il 43% delle organizzazioni, si giunge alla decisione di auto assicurarsi e per il 41% il profilo di rischio delle aziende si è evoluto necessitando misura che si adattino meglio alle necessità specifiche.
Questo quadro non fa che rafforzare la necessita di integrare le attività assicurative volta alla copertura dei rischi, a quelle consulenziali finalizzate alla mappatura, prevenzione e mitigazione, attività per le quali il ruolo del broker assicurativo diviene cruciale in affiancamento delle organizzazione e vitale per le PMI che possono in questo modo esternalizzare la figura del risk manager, ottenendo livelli di performance del tutto analoghi a quelli delle grandi compagnie.
COMPILA IL MODULO PER RICHIEDERE INFORMAZIONI