Cresce il numero dei consumatori, soprattutto italiani, che desidera modificare il proprio stile di vita per ridurre consumi e impatto ambientale. Secondo il primo “AXA Green Business Report”, la maggiore consapevolezza del climate change sta stimolando anche la ricerca di prodotti assicurativi sempre più green.
L'AXA Green Business Report 2022, alla sua prima edizione, ha indagato la crescente consapevolezza dei consumatori circa le tematiche legate al cambiamento climatico e alla transizione ecologica. Il report si concentra poi sul ruolo cruciale del settore privato in generale e di quello assicurativo in particolare, a sostegno di iniziative e comportamenti a contrasto del cambiamento climatico. La situazione in atto produce purtroppo già effetti irreversibili che richiedono un accrescimento della resilienza di istituzioni, organizzazioni e singoli individui.
Il ruolo delle assicurazioni nella lotta al cambiamento climatico
Mitigare, adattare, proteggere. Queste le parole chiave scelte per aprire l'AXA Green Business Report 2022, alla sua prima edizione.
La domanda di fondo dell'intero report è: cosa può fare il settore assicurativo per contribuire alla lotta al cambiamento climatico? Nella convinzione che l'impatto sull'ambiente può essere positivo, la risposta è aiutare a ridurre gli effetti avversi sul clima delle attività umane e sostenere società e imprese nel processo di adattamento ai cambiamenti climatici di lungo termine, ormai irreversibili.
Il report si basa su una ricerca condotta da IPSOS, attraverso interviste a 10.000 persone in Europa, Asia e Americhe, volta a comprendere come il settore privato, e quello assicurativo in particolare, può affrontare il climate change
Una questione che non potrebbe essere più urgente e che va affrontata nell'immediato, con il supporto di dati e informazioni corrette.
La survey mostra alcuni dati-chiave che sintetizziamo di seguito:
- cresce la volontà delle persone nel cambiare stili di vita per favorire la transizione ecologica, in particolare coloro che stanno sperimentando direttamente gli effetti nefasti del cambiamento climatico (caldo record, incendi, siccità ecc.),
- tra le azioni individuali indicate, due terzi dei rispondenti comunicano di avere intenzione di passare a veicoli ad alimentazione elettrica e di ottimizzare i consumi degli immobili;
- il settore privato ha un ruolo importante nel cambiamento dei comportamenti, ad esempio attraverso nuovi prodotti e servizi, scontistiche e adozione di tecnologie verdi e innovative;
- tre quarti degli intervistati sarebbe interessato a coperture assicurative che sostengono la prevenzione di perdite causate da eventi climatici estremi;
- il 72% dei proprietari di auto risponde che le assicurazioni dovrebbero incentivare il passaggio a veicoli ibridi o elettrici.
Come cambia l'atteggiamento dei consumatori
Nell'ultimo decennio i consumatori sono diventati molto più consapevoli e informati circa le tematiche legate all'ambiente. A questo si aggiungono le crescenti esperienze dirette con le conseguenze prodotte dal cambiamento climatico in atto.
Interpellati sull'accelerazione di questo cambiamento, il 57% degli intervistati si è detto convinto che negli ultimi vent'anni vi sia stata e che sia considerevole.
Dato ancora più elevato, se si considerano i rispondenti italiani, indonesiani, messicani e giapponesi che stanno subendo direttamente gli eventi climatici estremi e l'incremento della loro frequenza.
La pandemia da Covid-19 ha contribuito ad accrescere questa sensibilità, e la diffusione delle malattie diventa la principale paura legata alle conseguenze del riscaldamento globale (55%). I principali timori riguardano:
- il continuo incremento delle temperature;
- le piogge che diventano alluvioni;
- crisi nei raccolti agricoli;
- estinzioni di specie animali;
- cambiamento del livello dei mari.
Cresce poi il numero di consumatori che desidera modificare i propri stili di vita in modo da ridurre il proprio impatto ambientale. Il 40% afferma di essere attivo nell'evitare i voli a lunga distanza e nel passaggio dai veicoli alimentati a combustibili fossili a quelli ibridi o elettrici. Quasi due terzi affermanodi voler riparare e riciclare più di quanto attualmente facciano, passando anche agli acquisti di seconda mano, finalizzati alla riduzione dei rifiuti finali.
Alla luce di tutto questo, gli intervistati chiedono agli assicuratori di supportarli nei cambiamenti legati agli stili di vita. Sui prodotti e servizi assicurativi green, l'interesse è molto alto soprattutto per quanto concerne:
- allerta meteo, dunque finalizzati a prevenire e mitigare gli effetti di eventi ambientali e catastrofali;
- riparazioni anziché sostituzione di apparecchi domestici, device mobili e veicoli;
- manutenzione dei veicoli finalizzati al contenimento dei consumi;
- assicurazioni dei veicoli pay-per-use con premialità per chi circola meno.
Ridurre l'impatto sul cambiamento climatico
La riduzione dell'impatto di ciascuno di noi inizia in casa, attraverso i consumi domestici. Ecco perché il 79% degli intervistati afferma che preferirebbe una compagnia assicurativa che prevede delle premialità e degli sconti a chi adegua gli impianti domestici in un'ottica di efficientamento energetico.
Tema quello dell'efficientamento energetico che ormai non riguarda più il solo impatto ambientale, ma anche quello finanziario sui bilanci familiari e aziendali, vista la crisi energetica in atto e la crescita dei prezzi a partire dalla fine del 2021. Dunque efficientare gli immobili garantisce una doppia sostenibilità: ambientale e finanziaria.
Dopo la casa, occorre considerare la mobilità, sapendo che quasi un quarto delle emissioni di CO2 è prodotto dai combustibili utilizzati per i trasporti. E allora i consumatori nel passaggio a ibrido o elettrico, chiedono alle compagnie assicurative delle scontistiche per chi decide di intraprenderlo (72%), assistenza in caso di mancanza di energia (69%), sconti alle stazioni di ricarica (67%).
Infine i cambiamenti di abitudini riguardano i consumi, con un passaggio alla cultura della riparazione, prima che del riacquisto di ciò che si rompe, al second hand, alla rigenerazione, passando per l'adozione di componentistica riciclata prediligendola rispetto al nuovo.
Adattamento al cambiamento climatico
Ridurre l'impatto ambientale rappresenta metà del lavoro, si afferma nel report AXA. Occorre infatti affrontare una seconda sfida: i cambiamenti che si sono già verificati e sono ormai irreversibili.
Questo significa rendere le nostre case e attività economiche climaticamente resilienti, ad esempio agli eventi metereologici estremi. Secondo la World Meteorological Organization (WMO) il numero di catastrofi naturali si è quintuplicato dal 1970, a causa del cambiamento climatico. Ogni anno questi eventi catastrofici causano miliardi di euro di danni alle nostre economie e ai mezzi di sussistenza di milioni di persone.
Dunque diviene necessario un adattamento, che comporta il coinvolgimento del settore pubblico dal momento che si parla anche e soprattutto di interventi infrastrutturali. Si tratta dunque di un'operazione non semplice ed articolata.
Gli intervistati si dicono favorevoli al 77% circa l'interesse in prodotti e servizi assicurativi che incoraggiano o premiano chi adotta misure preventive per ridurre i rischi legati ad eventi meteo estremi.
Green Business Report 2022: gli italiani e la transizione ecologica
Gli italiani mostrano una maggiore sensibilità rispetto alla media dei soggetti intervistati per la survey, e il motivo è da ricercare nell'esperienza diretta degli effetti negativi attribuibili ai cambiamenti climatici in atto. Basti pensare all'innalzamento delle temperature fin dal mese di maggio, alla siccità che sta segnando il 2022, alla carenza di risorse idriche e allo scioglimento dei ghiacciai, anche con conseguenze catrastrofiche come abbiamo tristemente osservato nel luglio 2022.
Ecco perché nel report si rileva che il cambiamento climatico è in cima alle preoccupazioni degli italiani, con il 71% che dichiara di averne sperimentato gli effetti negativi.
Il risultato è che nel mondo, gli italiani risultano i più disposti a modificare i propri comportamenti e stili di vita in ottica sostenibile da qui a cinque anni. Lo sostiene il 96% del campione, rispetto all’84% della media globale.
Il 76% è poi favorevole alla transizione verso un’economia circolare, dunque all'insegna del recupero, riciclo e riuso. Il 79% è propenso a compiere azioni concrete per preservare le biodiversità e il 72% afferma che farà uso dell’automobile solo se necessario, o in caso di indisponibilità di altri mezzi di trasporto rispettosi dell’ambiente.
Qual è il ruolo delle imprese, e delle assicurazioni in particolare, in un quadro così delineato?
Sicuramente è un ruolo cruciale. Per il 60% di rispondenti le compagnie dovrebbero lavorare a nuovi prodotti e servizi assicurativi che incoraggino comportamenti più eco-friendly (contro il 57% degli europei, il 55% degli americani e della popolazione asiatica). Il 59% riconosce poi la funzione educativa e divulgativa circa la consapevolezza sul tema, anche attraverso la promozione della ricerca scientifica (dato che invece a livello globale si attesta al 44%).
Se poi parliamo di prodotti green:
- il 78% degli italiani dichiara che, quando si trova a scegliere tra compagnie di assicurazione o prodotti, il loro impatto sull’ambiente e i prodotti verdi messi a disposizione sono un importante criterio di valutazione (contro il 65% degli europei);
- il 62% (dato più elevato in Europa, anche in questo caso) sarebbe disposto a pagare un premio più alto per prodotti con un impatto positivo sull’ambiente.
Unione Europea e reportistica ESG per le imprese
Alla luce di quanto finora osservato, l'integrazione dei fattori ESG per le imprese assicurative diviene una grande opportunità per il business oltre che per il pianeta e per la sostenibilità tutta.
L'Unione Europea conscia dei movimenti in atto, con una Direttiva introduce per tutte le imprese di grandi dimensioni e le PMI quotate, a partire dal 2024, la rendicontazione di informazioni di sostenibilità secondo nuovi criteri e contenuti.
La proposta di "Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD)" introdurrà dunque alcune novità, a partire dall'ampliamento dei soggetti interessati. Dovranno redigere il report di sostenibilità:
- tutte le grandi società;
- tutte le società quotate sui mercati regolamentati dall'UE, tranne le microimprese;
- le società extra-UE quotate sui mercati regolamentati dell'UE e le filiali UE di società non UE.
La comunicazione sulla sostenibilità deve essere a tutto tondo, contenendo la descrizione di:
- un modello di business e della strategia aziendali, che indichi la resilienza ai rischi e le opportunità connesse alle questioni di sostenibilità, i piani dell’impresa che favoriscono la transizione ambientale;
- obiettivi di sostenibilità e relativi progressi, interessi degli stakeholder;
- ruolo degli organi di amministrazione, gestione e controllo nella governance delle tematiche ESG;
- principali rischi per l’impresa connessi alle questioni di sostenibilità;
- informazioni sulle attività immateriali, compreso il capitale intellettuale, umano, sociale e relazionale.
La proposta inoltre elimina la possibilità per gli stati membri di consentire alle società di pubblicare le informazioni in una relazione separata, dunque le informazioni finanziarie e dovranno essere esposte ed analizzabili in maniera integrata.
Le imprese sono tenute a rispettare poi il principio di doppia materialità:
- specificare come i fattori di sostenibilità influenzano lo sviluppo e la performance aziendali (prospettiva inside-out);
- dettagliare come l’attività dell’azienda impatta sulla società e sull’ambiente (prospettiva outside-inside).
Le informazioni ambientali verranno comunicate secondo i criteri previsti dalla Tassonomia Green e in base a standard di rendicontazione sviluppati e proposti dallo European Financial Reporting Advisory Group (EFRAG).
Una previsione organica che dunque diventerà sempre più importante e in totale affiancamento dell'informativa finanziaria.
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