Il GDPR impone alle aziende di prestare una maggiore attenzione alla privacy e alla sicurezza dei dati personali che trattano, ma può essere anche un’opportunità per migliorare la reputazione d’impresa e fidelizzare i clienti.
Il Regolamento europeo sulla privacy (GDPR), entrato in vigore in tutta Europa il 25 maggio 2018, ha avuto grossi impatti sulle aziende e sulla gestione dei rischi d’impresa nell'anno appena concluso. Il trattamento dei dati personali deve rispettare requisiti di proporzionalità e di sicurezza, anche in termini di cyber security, con il pericolo, altrimenti, di incorrere in sanzioni particolarmente pesanti.
Molte tra le aziende che hanno ottemperato agli obblighi di compliance, devono tuttavia ancora migliorare il rapporto con i consumatori. Una ricerca condotta nel settembre 2018 dalla digital market research Toluna, rileva infatti che utenti e consumatori chiedono ancora maggior trasparenza alle aziende, che devono specificare in maniera più precisa e chiara le finalità di utilizzo dei dati personali.
Cambia la gestione dei dati da parte delle aziende
La sicurezza dei dati personali è una questione delicata, capace di compromettere il rapporto di fiducia tra aziende e consumatori, se non opportunamente gestita. Per questo motivo, è importante avvalersi di una consulenza specializzata, in grado di analizzare il grado di compliance alle normative europee e nazionali, di individuare i punti critici insiti nelle misure di protezione dei dati e assicurarne una corretta gestione, a partire dal consenso informato.
Al fine di assicurare sicurezza ed efficienza, il trattamento dei dati personali deve essere inquadrato in una gestione complessiva della compliance aziendale e dei rischi d’impresa: Assiteca, in quanto consultative broker, è capace di fornire alle imprese una consulenza a 360° in ogni settore, grazie alle sue divisioni speciali.
Il GDPR non comporta solo restrizioni nell'utilizzo dei dati da parte delle aziende: infatti, è bene considerarlo anche un’occasione per migliorare la propria reputazione tra clienti e prospect. Se il 54% dei consumatori intervistati da Toluna sente di avere una migliore comprensione di come le aziende utilizzano i dati, è chiaro anche come le aziende non abbiano ancora pienamente sfruttato questa opportunità per rendere più trasparente il loro rapporto con i consumatori.
La ricerca è stata condotta su 500 individui rappresentativi della popolazione italiana, il 66% dei quali responsabile degli acquisti per tutta la famiglia.
Il 64% degli intervistati precisa di non aver notato alcun cambiamento nell'esperienza complessiva con le aziende: solo il 26% ritiene che sia migliorata e il 10% la vede addirittura peggiorata.
Sembra che le aziende abbiano finora preso alla leggera la protezione dei dati personali: il 44% del campione ritiene che molte imprese abbiano utilizzato i loro dati personali senza averne avuto il consenso, per esempio inviando mail per le quali non si erano volutamente registrati. Il 15% di consumatori ritengono addirittura che alcune società stiano operando illegalmente, anche se al momento non è stata ancora rilevata alcuna attività che infranga la nuova direttiva europea.
Sentori simili devono fungere da campanello d’allarme per le aziende che non hanno ancora pienamente compreso il regolamento, anche perché ben il 90% degli intervistati ha dichiarato di fidarsi molto meno di queste società e un terzo di loro ha affermato che non acquisterà più prodotti e servizi di quei brand in futuro.
Gestire i rischi aziendali connessi al trattamento dei dati personali consente quindi di differenziarsi e proteggere la reputazione dell’impresa, messa a rischio dalla maggiore interconnessione e digitalizzazione del mondo contemporaneo dominato dai social network.
GDPR: uno sconosciuto ancora per molti consumatori
Se chi è informato dei propri diritti in materia di privacy si è accorto dei cambiamenti e chiede ulteriore trasparenza, un consumatore su 4 dichiara di non conoscere il Regolamento Europeo noto da mesi, se non anni, come GDPR.
Eppure, il regolamento ha avuto un ruolo fondamentale nel garantire il diritto alla privacy dei consumatori e degli utenti, continuamente sollecitati a fornire propri dati ad aziende di ogni genere.
Il 30% dei consumatori intervistati dichiara che, con l'introduzione del GDPR, è più facile capire come le aziende utilizzino i dati personali, ovvero tramite la disattivazione delle email o la modifica delle impostazioni relative ai cookies che ne tracciano la navigazione online. Uno strumento, quest'ultimo, considerato positivamente dal 32% dei consumatori, perché rende possibile migliorare l'esperienza online ricordando le loro preferenze.
Accogliere il GDPR rispettando le misure imposte vuol dire inoltre essere in grado di sfruttare il regolamento per capire come allocare in modo ottimale le risorse. Grazie al sistema dei consensi, le aziende devono essere in grado di filtrare i consumatori che accettano consapevolmente la connessione con l’azienda, per massimizzare il loro investimento in comunicazione, investendo sui contatti realmente interessati a ricevere aggiornamenti su prodotti e servizi.
Guadagnare e mantenere la fiducia dei consumatori oggi è sempre più complesso: occorre rendere manifesto il rispetto per i diritti dei clienti e valorizzare la conoscenza di percorsi d'acquisto sempre meno lineari e più complessi.
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