Pubblicata la bozza di decreto normativo del Ministero. Nuove tecnologie per arginare l’aumento di incidenti mortali in Italia.
Le assicurazioni si preparano a recepire la normativa che prevede sconti obbligatori sulle polizze RC auto per chi installa sul veicolo la scatola nera. Black box, smart road capaci di controlli della velocità, sistemi di eCall e dispositivi anti-abbandono dei bambini concorrono a migliorare la sicurezza in auto. Sforzi che devono portare risultati soprattutto in Italia, dove sono aumentati gli incidenti mortali.
Scatole nere: il decreto attuativo si attende per settembre
Gli sconti obbligatori sull'assicurazione RC Auto per chi ha installato la scatola nera sembrano avvicinarsi: il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha imposto un ristretto periodo di tempo per la pubblica consultazione della bozza del decreto “Scatole nere”, che stabilisce i requisiti funzionali minimi dei dispositivi, sottoposta ora alla valutazione e firma dei ministri. I criteri per gli sconti erano già stati stabiliti e il decreto attuativo potrebbe essere emanato entro settembre 2018.
Oltre la scatola nera, la bozza pubblicata apre ad altri dispositivi, tra cui telepass, navigatori e smarphone che potranno comunicare con la strada: una sorta di “smart road” capace di trasmettere e ricevere segnalazioni dai veicoli, come richiesto dal Dm 70/2018 del 28 febbraio alla rete di rilevanza europea, che prevede l’estensione dei controlli sulla velocità media a tutte le autostrade e a migliaia di chilometri di strade statali entro il 2025.
Si cerca di non porre limiti all’evoluzione tecnologica, con l’obiettivo di superare il sistema bonus-malus e di far pagare a ciascuno per come guida il proprio veicolo o quello altrui, come nel caso del sempre più in voga car-sharing.
Il decreto tace sulle questioni relative alla privacy: gli unici limiti sono quelli imposti dalla Legge sulla Concorrenza, che vieta il trattamento di dati personali sproporzionato ai fini di tariffazione e ricostruzione degli incidenti. Altri scopi di profilazione necessitano dell’autorizzazione dell’interessato ed è probabile che, in cambio, le compagnie assicurative offriranno ulteriori sconti.
Ecall: sistemi di chiamate di emergenza obbligatori
Si apre quindi la strada alla tecnologia che può aiutare ad aumentare la sicurezza delle nostre strade. A seguito di una delibera della Commissione Europea, dal 31 marzo 2018, tutti i nuovi modelli di autovetture e veicoli commerciali leggeri nel mercato Ue devono prevedere, come dotazione di serie, dei dispositivi di chiamata d’emergenza a bordo, noti anche come sistemi eCall. Dotati di Gps e di una scheda Sim integrata, in caso di incidente o altre situazioni di emergenza, permette di localizzare il veicolo e chiedere soccorso immediato. Kit tecnologici di questo tipo sono già disponibili sul mercato e possono essere installati anche su veicoli già circolanti: in questo caso, si connettono tramite bluetooth allo smartphone del conducente dal quale, in caso di incidente, parte la chiamata di emergenza.
Stando ai dati della ricerca “Global Automotive eCall Market 2018-2022”, condotta dalla società di consulenza e ricerca tecnologica Technavio, il mercato globale dell’eCall è destinato a crescere ad un tasso medio annuo del 19%. La Commissione Europea stima che l’eCall potrebbe ridurre dal 40% al 50% i tempi di intervento dei soccorsi, salvando almeno 2.500 vite all’anno solo in Europa.
Calano gli incidenti, ma in Italia aumentano le vittime della strada
Si tratta di numeri importanti, pensando che nel 2017 ci sono state 25.250 vittime della strada nell’Unione Europea, 300 in meno rispetto al 2016 (-2%) e 6.200 in meno rispetto al 2010. E’ ancora lontano l’obiettivo di dimezzare il numero di morti tra il 2010 e il 2020: gli incidenti stradali rappresentano la prima causa di decesso tra i 15 ed i 35 anni. E ancora: 135 mila feriti gravi, tra cui molti pedoni, ciclisti e motociclisti. Il costo degli incidenti mortali o con feriti gravi si stima in 120 miliardi di euro all’anno, pari all’ 1-3% del PIL nei Paesi avanzati. E’ quanto emerge dai dati della Commissione Europea.
Istat, intanto, registra nel 2017 un aumento del 2,9% delle vittime in Italia, a quota 56 per milione di abitanti (54 nel 2016, 70 nel 2010), su una media europea di 49. Gli incidenti stradali con lesioni a persone sono stati 174.933, in leggero calo rispetto al 2016, con un bilancio di 3.378 morti e 246.750 feriti. Sono deceduti 2.319 conducenti (2.070 uomini e 249 donne), 459 passeggeri (257 uomini e 202 donne) e 600 pedoni (382 uomini e 218 donne).
Rischio alto per anziani e bambini
Il rischio di rimanere coinvolti in un incidente risulta più elevato tra giovani e giovanissimi (il 19,3% dei conducenti coinvolti in un incidente ha tra i 20 e i 29 anni). La percentuale cala dopo i 25 anni di età e torna ad aumentare dopo i 70 anni. La maggior parte delle vittime della strada (263, il 7,8 % del totale) sono anziani tra 75 e 79 anni. Stando ad uno studio di Sara Assicurazioni, gli automobilisti dalle “patenti grigie” sono ancora molti, soprattutto al Nord Italia: su un campione di 258 persone il 74,5% guida tutti i giorni, il 20,5% spesso e solo il 5% lo fa raramente.
Per quanto riguarda i bambini tra 0-14 anni, anche se nel 2017 si è registrato un calo del 12,2%, siamo purtroppo ancora lontani dall’obiettivo stabilito dal Piano Nazionale della Sicurezza Stradale 2020.
La maggior parte dei decessi o infortuni è causata dal mancato o cattivo uso dei seggiolini, obbligatorio per i bimbi fino al metro e cinquanta d’altezza, e delle cinture di sicurezza per i ragazzi più grandi.
La Commissione Trasporti ha inoltre iniziato ad esaminare proposte di legge per l'introduzione dell'obbligo di installazione di dispositivi che prevengano l'abbandono di bambini in auto. Secondo i dati presentati dal produttore del primo dispositivo anti abbandono Remmy alla Commissione trasporti della Camera, nel 2018 ci sono stati già 45 casi, 12 solo nel mese di luglio.
Nessun bambino deve morire sulla strada: a questo mira la campagna di sensibilizzazione del Governo per la sicurezza dei bimbi in auto «Bimbi in auto: vision zero» presentata il 25 luglio 2018 e promossa dai ministeri della Salute, dei Trasporti, degli Interni e dalle società scientifiche e culturali dei pediatri.