Energie rinnovabili

Energie rinnovabili: un’opportunità per privati e aziende

Riqualificazione energetica degli impianti e protezione degli investimenti

 

Rendere gli impianti il più possibile efficienti è importante per ridurre i costi di produzione ed evitare inutili sprechi. Negli ultimi anni, inoltre, la sostenibilità ambientale è diventata imprescindibile dalla buona reputazione di un’impresa, senza contare i numerosi incentivi a supporto del miglioramento energetico.

Usufruire degli incentivi e proteggere gli investimenti

E’ importante che le imprese italiane riescano a cavalcare l’onda della sostenibilità e delle energie rinnovabili, sfruttando al meglio gli incentivi accordati a livello europeo.

L’Unione Europea è in prima fila per ridurre l’utilizzo di combustibili fossili e incentivare l’utilizzo di impianti fotovoltaici, eolici, a biomasse. Il 19 giugno 2018 è stato raggiunto l’accordo politico tra Commissione, Parlamento europeo e Consiglio per migliorare l’efficienza energetica in Europa. Si tratta di una delle 8 proposte legislative del pacchetto “Energia pulita per tutti gli europei”, presentato dalla Commissione europea il 30 novembre 2016 e si aggiunge all’accordo sulla nuova direttiva sulle energie rinnovabili e a quello relativo alla nuova direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia.

L’accordo estende l’obbligo annuale di risparmio energetico oltre il 2020, che attirerà investimenti privati e nuovi attori nel mercato. Consente risparmi energetici reali nel periodo 2021-2030 e oltre, provenienti da nuove ristrutturazioni per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, o da simili attività, nel prossimo decennio. Sono affrontati gli attuali ostacoli di mercato, comportamentali e normativi, al fine di aumentare la competitività delle industrie dell’UE e ridurre le bollette energetiche dei consumatori. La direttiva dovrà essere approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio nei prossimi mesi e potrà poi essere pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell’Unione. Con la sua entrata in vigore, gli Stati membri dovranno recepire i nuovi elementi della direttiva nella legislazione nazionale entro 18 mesi.

In Italia, la Legge di Bilancio 2018 (27 dicembre 2017 n. 205) ha prorogato l’ecobonus, ampliando gli incentivi alle ristrutturazioni delle abitazioni e prevedendo interventi di messa in sicurezza dei giardini e della rimozione di amianto dai tetti.

Tra il 2014 e il 2017 sono stati realizzati circa un milione e mezzo di interventi, 420.000 nel 2017. Oltre metà dei lavori ha riguardato la sostituzione dei serramenti, un quarto la sostituzione dell’impianto per la climatizzazione invernale e le schermature solari. Dall’avvio del meccanismo di incentivi nel 2007, sono stati effettuati oltre 3,3 milioni di interventi. Sono i dati relativi al 2017 del Rapporto annuale detrazioni fiscali riqualificazione energetica 2018, presentato il 19 giugno da ENEA - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile.

Investire nel miglioramento degli impianti è fondamentale per le aziende, per rimanere al passo con la concorrenza, ottimizzare i processi produttivi e usufruire degli incentivi fiscali.

Le spese necessarie sono impegnative ed è importante proteggere gli investimenti affidandosi preventivamente ad una consulenza esperta e stipulando adeguate polizze assicurative. Una copertura assicurativa specifica tutela l’impianto da tutti gli eventi che possono danneggiarlo, siano essi accidentali (incendi, guasti meccanici, fenomeni elettrici, naturali, grandine, vento, neve), catastrofali (inondazioni, allagamenti, terremoto), atti di terzi (furto, atti vandalici e dolosi), socio-politici (terrorismo, sabotaggio). L’investimento è in questo modo tutelato sia in fase di montaggio/installazione che nel periodo di funzionamento. E’ importante anche prevedere una garanzia di Responsabilità Civile, per danni a terzi (attività e prodotto) o a propri prestatori di lavoro e per eventuali interruzioni dell’attività.

Energie Rinnovabili in Italia

Secondo l'Ecological Footprint, un indicatore complesso utilizzato per valutare il consumo umano delle risorse naturali, se tutti gli abitanti della Terra consumassero risorse quanto gli italiani, ci sarebbe bisogno di 2,6 pianeti Terra. A vivere tutti come gli australiani servirebbero 5,2 pianeti, come gli americani 5, come i tedeschi 3,2, come i cinesi 2,1, come il Sud Africa 2 e come il Brasile 1,8.

Le fonti di energia rinnovabile sono la soluzione a cui stanno puntando molte aziende. Si tratta di un settore con ampie prospettive di crescita e sostenuto da importanti incentivi a livello internazionale.

Il Rapporto del GSE - Gestore dei Servizi Energetici di gennaio 2018 “Energia da fonti rinnovabili in Italia” fornisce il quadro statistico ufficiale sulla diffusione e sugli impieghi delle fonti rinnovabili di energia (FER) in Italia nei settori Elettrico, Termico e dei Trasporti, aggiornato al 2016.

Stando al rapporto, deriva da fonti rinnovabili Il 17,41% dei consumi finali lordi complessivi di energia. La quota è leggermente più bassa rispetto all’anno precedente (17,53%), ma supera l’obiettivo per l’Italia stabilito dalla Direttiva 2009/28/CE per il 2020 (17,0%). In crescita, inoltre, l’obiettivo specifico sull’impiego di FER nel settore dei trasporti: dal 6,4% del 2015 al 7,2% del 2016.

Nel 2016, in Italia sono state consumate 21.081 ktep (tonnellate equivalenti di petrolio) da fonti rinnovabili. Si registra un calo di circa 200 ktep rispetto all’anno precedente (-1%), dovuto soprattutto alle dinamiche negative dei consumi di biocarburanti (-11%), della biomassa solida per riscaldamento (-2,5%) e della produzione elettrica da pannelli solari fotovoltaici (-3,7%), non compensate dall’avanzata di altre fonti, come quella eolica a +19%. Proviene da impianti alimentati da fonti rinnovabili, ben il 37% della produzione lorda complessiva di energia elettrica in Italia.

Nel settore Elettrico, infatti, oltre 742.000 impianti alimentati da FER (per una potenza complessiva di 52,3 GW) hanno generato nel 2016 108 TWh di energia elettrica, se pur in leggera riduzione rispetto al 2015 (-0,8%). La fonte rinnovabile che ha contribuito maggiormente alla produzione elettrica effettiva è quella idraulica (39% della produzione elettrica da FER, in calo di circa 3 TWh, -6,8%), seguita dalla fonte solare (20%), dalle bioenergie (18%), dalla fonte eolica (16%) e da quella geotermica (6%).

La produzione da fonte eolica è quella che ha registrato il maggior tasso di crescita: circa 248 MW di potenza installata in più rispetto al 2015 (+2,7%) e quasi 17,7 TWh di energia elettrica complessivamente prodotta.

L’energia prodotta da pannelli solari registra per la prima volta una flessione: se la potenza installata vale oltre 380 MW (+2%), la produzione è invece calata di circa 0,84 TWh, principalmente a causa di peggiori condizioni di irraggiamento. La fonte geotermica e quella delle bioenergie registrano aumenti di produzione rispettivamente del + 1,7% e del +0,6%.

Per quanto riguarda il settore Termico, circa il 19% dei consumi energetici proviene da fonti rinnovabili. In particolare, nel 2016 sono stati consumati circa 10,5 Mtep di energia da FER, di cui poco più di 9,6 Mtep in modo diretto (attraverso caldaie individuali, stufe, camini, pannelli solari, pompe di calore, impianti di sfruttamento del calore geotermico) e circa 0,93 Mtep sotto forma di consumi di calore derivato (ad esempio attraverso sistemi di teleriscaldamento alimentati da biomasse).

La biomassa solida è la fonte rinnovabile più utilizzata per i consumi termici (poco meno di 7,3 Mtep, considerando anche la frazione biodegradabile dei rifiuti), utilizzata soprattutto nel settore domestico in forma di legna da ardere e pellet. Assumono grande rilievo anche le pompe di calore (2,6 Mtep), mentre sono ancora limitati i contributi della fonte geotermica e di quella solare.

Nel settore Trasporti, infine, nel 2016 sono stati consumati circa 1,2 milioni di tonnellate di biocarburanti (con un contenuto energetico pari a 1,04 Mtep), in gran parte biodiesel.