Scuola e istruzione gli employee benefit più richiesti
Il 1° Report dell’Osservatorio sul Welfare di Assolombarda, promosso dal Centro Studi dell’associazione e nove operatori del settore - Assiteca, Easy Welfare, Edenred, Eudaimon, Double You, Health Italy, Valore Welfare, Welfare Company, Welfare4you – monitora un settore ancora poco studiato, ma di grande attualità.
La ricerca evidenzia come il welfare aziendale sia ormai un elemento chiave nella contrattazione tra datore di lavoro e dipendente e come gli employee benefit, visti come vere e proprie forme di retribuzione sostitutiva o come incentivi, interessino sempre più imprese e dipendenti.
Welfare in crescita: l’Italia ha ancora ampi margini di sviluppo
Gli accordi con contenuto di welfare rappresentano in Italia il 33% del totale, superando il 60% tra le imprese di Assolombarda a Milano, Lodi, Monza e Brianza.
I dati sono incoraggianti, nonostante il nostro Paese sia il fanalino di coda in Europa della generale crescita della spesa sociale privata, che comprende il welfare aziendale.
L’ultimo studio dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse) risale al 2013 e registra un aumento della spesa del 45% in Italia dal 1990 al 2013, mentre in Svezia è più che triplicata (+282%). Cresce la spesa anche in Paesi con una minore tradizione di welfare, come Francia (+146%), Regno Unito (+61%) e Germania (+60%).
Contratti e finanziamento: il welfare mix
La combinazione tra pubblico e privato nella protezione sociale del cittadino, il welfare mix, va rafforzandosi, attraverso la negoziazione tra le parti sociali. Le forme più diffuse di welfare a livello di contrattazione nazionale sono l’assistenza sanitaria integrativa e la previdenza complementare. I nuovi contratti metalmeccanico e orafi prevedono persino una quota appositamente dedicata ad iniziative di welfare aziendale.
Interessanti anche i dati sulla contrattazione decentrata: 6 accordi su 10 tra quelli stipulati in Assolombarda nel 2016 e 2017 prevedono forme di welfare. Ne beneficiano 25.000 lavoratori e le loro famiglie. La maggioranza di questi contratti (43%) prevede la possibilità di convertire in welfare parte del premio di risultato, compenso aggiuntivo alla retribuzione di base. Il 31% degli accordi stabilisce un importo fisso tra i 300 e i 450 euro, mentre il rimanente 26% dei contratti combina le due soluzioni.
Il welfare aziendale viene attualmente finanziato perlopiù dalle stesse aziende. Nel 51% dei casi si parla infatti di budget on the top, che l’imprenditore eroga sotto forma di welfare in aggiunta alla retribuzione. Il 30% del welfare si ottiene con la conversione del premio di risultato, mentre i contratti nazionali contribuiscono alla spesa per il 29%. Le diverse fonti di finanziamento vengono in realtà utilizzate contemporaneamente e il finanziamento pubblico diretto è ancora assente.
Lucia Troilo, Responsabile dei Progetti di Welfare di Assiteca, commenta così i risultati dell’indagine:
Il primo rapporto Welfare elaborato dall'Osservatorio di Assolombarda dà uno spaccato chiaro: il welfare nelle aziende è sempre più diffuso. Nel 2017 oltre il 30% dei contratti aziendali ha previsto misure di welfare. Il dato positivo emerge soprattutto dal tipo di finanziamento che, nella maggior parte dei casi (oltre il 50% del budget welfare gestito dagli operatori facenti parte dell'Osservatorio), deriva da un investimento aggiuntivo a forme premiali già esistenti che l'azienda decide di destinare a politiche di welfare.
Gli employee benefit più richiesti
Il Rapporto permette inoltre di classificare i servizi di welfare maggiormente graditi e utilizzati. Stando ai dati dell’Osservatorio, gli employee benefit più richiesti sono relativi alla scuola e all’istruzione, quasi il 40% degli acquisti registrati. I lavoratori risultano molto interessati anche ai fringe benefit (20%) come auto e telefono aziendale, alloggio, buoni pasto e polizze assicurative vita, a forme di previdenza (15%), all’assistenza sanitaria (13%) e a iniziative culturali/ricreative (11%).
Nonostante le agevolazioni introdotte nella precedente Legge di Stabilità, si registra la totale assenza di misure di welfare volte alla protezione dei rischi Long Term Care (perdita dell'autosufficienza) e Dread Disease (gravi malattie).
Il dato non ci sorprende in quanto il mercato assicurativo è disponibile a erogare tali garanzie solo in forma collettiva che tuttavia non trova applicabilità nelle logiche di welfare che non possono prescindere da un principio di scelta individuale.
Lucia Troilo, Responsabile dei Progetti di Welfare di Assiteca
Per fornire alle aziende una valida soluzione di welfare per quanto riguarda le spese sanitarie e di assistenza dei suoi dipendenti, Assiteca ha istituito C.A.S.S.A. - Cassa Autonoma di Servizi Sanitari e Assistenziali - che permette di usufruire di servizi e garanzie innovativi ed economicamente vantaggiosi.
Assiteca mette inoltre a disposizione tutti gli strumenti, le competenze e le tecnologie necessari per realizzare programmi di welfare aziendale completi, con servizi dedicati alle diverse categorie di dipendenti, agli amministratori e soci d’impresa.