Rapporto ISMEA: si stabilizza il mercato assicurativo agricolo italiano a 7,2 miliardi di euro di valori assicurati nel 2017, mentre continua a calare il principale comparto del settore, quello delle colture.
La maggiore incidenza di fenomeni avversi di natura climatica, sanitaria e di mercato, ha alzato il livello di attenzione sulla gestione del rischio, elemento centrale tra gli strumenti di politica agricola dell’Unione Europea e nazionali. Durante il "X Convegno Nazionale CESAR sulla Gestione del Rischio in Agricoltura" tenutosi ad Assisi il 9 febbraio, è stato presentato il "Rapporto ISMEA sulla gestione del rischio in agricoltura", realizzato dall’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA), in collaborazione con il Ministero delle Politiche agricole nell'ambito del Programma di Sviluppo Rurale Nazionale.
Le assicurazioni agricole agevolate coprono 7,2 miliardi di valore
Dopo le sofferenze degli ultimi anni, dovute al calo della richiesta di coperture assicurative contro i danni alle colture e alle strutture aziendali, il rapporto registra una stabilizzazione del mercato agricolo agevolato, beneficiario di aiuti finanziari o rimborsi del premio pagato alle assicurazioni per danni causati da eventi avversi alle colture: 7,2 miliardi di valori assicurati. Il principale settore assicurato, quello delle colture vegetali, che assorbe circa tre quarti dei valori, continua tuttavia a scendere (- 5,8% rispetto al -5,4% del 2016). I valori assicurati relativi alle colture vegetali si sono assestati a 4.981 milioni di euro, il dato più contenuto dal 2010. Le stime ISMEA mostrano la controtendenza del settore zootecnico rispetto all’andamento generale: quasi 1,5 miliardi di euro di valore assicurato (+39%) e un incremento del 9% dei premi, saliti a circa 20,5 milioni.
Nel complesso, il mercato assicurativo agricolo agevolato copre il 19% della produzione lorda vendibile (PLV) delle coltivazioni vegetali e il 9% della superficie agricola utilizzata a livello nazionale. Risulta inoltre concentrato su specifici prodotti e territori. Oltre due terzi dei prodotti assicurati sono rappresentati da uva da vino, mele, mais, riso e pomodoro da industria, seguiti da pere, frumento tenero e nettarine. Mais, riso e uva da vino, coprono da sole il 53% del territorio nazionale assicurato. Dal rapporto si evince chiaramente uno sbilanciamento del mercato assicurativo agevolato verso il Nord Italia, che concentra l’81% dei valori e l’86% delle superfici assicurate, contro il 10% e l’8% del Centro e il 9% e il 6% del Sud Italia. In particolare, due terzi dei valori assicurati si trovano in Emilia Romagna, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Piemonte. Tra le regioni del Centro-Sud, quella con il maggior valore assicurato - il 4,5% del totale - è la Toscana, seguita dalla Puglia, con una quota del 4,4%. Le regioni settentrionali prevalgono anche per quanto riguarda il rapporto tra valori assicurati e la produzione lorda vendibile: il Trentino Alto Adige vede l’85% della propria PLV regionale assicurata, seguita dal Friuli Venezia Giulia a quota 58%. Entrambe le regioni hanno compreso l’importanza del trasferimento assicurativo di rischi sempre meno prevedibili e crescenti in termini di danni provocati, creando condizioni favorevoli allo sviluppo del mercato. A seguire, la Lombardia con il 47% della produzione lorda vendibile assicurata, il Piemonte con il 38%, l’Emilia Romagna con il 37% e il Veneto con il 36%. Nel Centro-Sud Umbria (23%), Toscana (13%), Marche (10%) e Basilicata (10%) tengono le redini di un mercato che vede assicurata appena il 7% della PLV regionale in Puglia.
Quali aziende sono maggiormente portate ad assicurarsi?
I forti scompensi tra Italia settentrionale e centro-meridionale potrebbero essere dovuti a una maggiore diffusione di cultura del rischio al nord e a differenze nel mercato agricolo.
ISMEA ha infatti delineato le caratteristiche dell’azienda-tipo assicurata. Si tratta generalmente di imprese strutturate, di grosse dimensioni - oltre 17 ettari di media – e meccanizzate. Sono prevalentemente ditte individuali, con una quota significativa di società di persone, guidate da soggetti giovani e di sesso maschile. Le aziende assicurate hanno connotazioni imprenditoriali e mostrano un carattere professionale anche dal punto di vista dell’occupazione, con una prevalenza di personale impiegato full-time. L’indagine rileva come le realtà agricole assicurate ottengano una migliore sostenibilità finanziaria degli investimenti, potenzialmente vantaggiosa anche per quanto riguarda l’accesso al credito.
Uno scenario competitivo in evoluzione
Per quanto riguarda l’offerta di assicurazioni agricole agevolate, dieci compagnie assorbono più del 77% dei premi raccolti. Negli ultimi anni, però, con l’ingresso di nuove compagnie e processi di fusione e acquisizione, il mercato sta cambiando. Per il momento, le compagnie applicano tariffe allineate, avendo quasi tutte risentito del calo dei valori assicurati nel settore delle colture. Poche compagnie sono riuscite a mantenere una dinamica positiva, approfittando della crisi generale per rafforzare le proprie quote di mercato.
Le polizze più diffuse
Le imprese agricole scelgono in prevalenza polizze del Pacchetto C (ex garanzia Pluririschio), che assicurano almeno tre avversità di frequenza (grandine, eccesso di neve, eccesso di pioggia, vento forte), più una o entrambe le avversità accessorie (vento caldo/ colpo di sole, sbalzo termico) e che incidono per l’80% sulle coperture erogate. Le Polizze del Pacchetto A (ex Multirischio), che coprono tutte le avversità di frequenza, accessorie e catastrofali (alluvione, brina/ gelo, siccità), in grado di offrire una copertura totale alle colture aziendali, concentrano l’11%, mentre il Pacchetto B (ex garanzia Pluririschio), che assicura tutte le avversità catastrofali e almeno una di frequenza, si ferma a quota 9%. Solo in Trentino Alto Adige e in Friuli Venezia Giulia si registra un maggiore equilibrio tra le diverse soluzioni assicurative.
La spesa pubblica a sostegno della gestione del rischio
L’indagine condotta da ISMEA ha permesso di stimare inoltre il valore degli stanziamenti annui a sostegno della gestione del rischio in agricoltura, tra fondi statali, regionali e comunitari. Si tratta complessivamente di 314 milioni di euro all’anno, di cui il 76% (239 milioni) è stanziato con il concorso di fondi UE. A queste cifre si aggiungono quasi 40 milioni di euro dei programmi di sviluppo regionali e circa 35 milioni provenienti dal Fondo di solidarietà nazionale. L’effettivo stanziamento di tutte le risorse finanziarie disponibili significherebbe una spesa pubblica per la gestione del rischio di circa 25 euro per ettaro sulla superficie agricola utilizzata e più di 214 euro per azienda agricola.
La contribuzione pubblica sul costo della polizza assicurativa, scesa dall’80% al 65% nello scorso anno, è risalita dal 2018 al 70%.
L’iter burocratico, causa dell’abbandono delle polizze agricole
A livello europeo, la verifica dello stato di salute (Health Check) della Politica agricola comune (PAC) e la programmazione per lo sviluppo rurale 2014-2020 (regolamento UE n. 1305/2013) hanno reso meglio pianificabili le misure di gestione del rischio. Fino al 2023, è infatti usufruibile un piano di finanziamenti più generoso rispetto a quelli precedentemente erogati annualmente.
In Italia, il Programma Nazionale di Sviluppo Rurale 2014-2020 mette in luce criticità che hanno contribuito a ridurre la richiesta di polizze assicurative agevolate da parte delle imprese. L’iter burocratico, ad esempio, è piuttosto complesso: per ottenere l’incentivo pubblico, occorre presentare una pre-domanda (Manifestazione di interesse), presentare un progetto (Piano assicurativo individuale - PAI) che documenti la resa media storica aziendale, sottoporre una domanda di sostegno e una di pagamento.
Le difficoltà burocratiche, unite alla contrazione dei contributi pubblici, hanno favorito un ritorno a polizze monorischio, che assicurano solamente un tipo di rischio specifico, sono meno onerose, ma non beneficiano di alcun tipo di agevolazione e si rivelano insufficienti alla copertura della molteplicità dei rischi ai quali un’azienda agricola è esposta. Le istituzioni dovranno cogliere le opportunità di riforma delle politiche di gestione del rischio, modificando il Programma Nazionale di Sviluppo Rurale alla luce delle novità introdotte dal regolamento UE 2017/2393 e dalla revisione del decreto legislativo 102/2004. Sarà necessario anche promuovere un riorientamento delle strategie di protezione dai rischi agricoli, in vista di ulteriori riforme.
Assiteca Agricoltura
Il mercato delle polizze agevolate per l’agricoltura è in continuo progresso. Mentre le avversità atmosferiche e le calamità naturali diventano sempre più frequenti e dannose, si moltiplicano le offerte assicurative e cambiano le regolamentazioni in materia.
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