I Paesi target e le tutele offerte dall’assicurazione crediti commerciali
Sono tempi favorevoli per gli esportatori italiani. Si muove a sostegno del settore anche l’ultima manovra di governo: nel triennio 2018-2020, verranno stanziati 230 milioni.
Previsioni per il 2018
Dopo i 331 miliardi dei primi nove mesi del 2017, le previsioni condotte da Ice-Prometeia, osservatorio per l’internazionalizzazione, con Sace, società del gruppo Cassa depositi e prestiti, parlano del 4% di crescita annua nei prossimi quattro anni e di almeno 490 miliardi di ricavi nel 2020.
Le stime, pur essendo ancora inferiori alla media storica, superano il PIL mondiale e confermano il canale estero come imprescindibile per la crescita.
Alcuni dei fattori che frenano il commercio mondiale sono oltretutto meno rilevanti per l’internazionalizzazione italiana, che punta più sulla qualità che sulla quantità e che, secondo le stime, troverà nell’export la componente trainante dell’economia nazionale.
Le esportazioni sono state recentemente sostenute anche da un’attività promozionale pubblica. Nel triennio 2015-2017, sono stati investiti circa 524 milioni di euro, di cui 388 milioni destinati alle tre annualità del Piano Straordinario per il Made in Italy. Nonostante il periodo in esame abbia registrato un freno del commercio globale, l’export italiano ha raggiunto cifre record sia in termini di fatturato (417,1 miliardi di euro, rispetto ai 398,9 miliardi del 2014) che di saldo attivo della bilancia commerciale (+ 51,5 miliardi di euro). Nel triennio 2018-2020, l’export sarà sostenuto da 230 milioni del Piano straordinario inseriti nell'ultima manovra.
I 12 Paesi target per l'export italiano
Non bastano i fondi, occorre sapere in quale direzione procedere. Il Sole 24 Ore, incrociando i dati delle indagini condotte da Ice e Prometeia, ha individuato 12 paesi target per l’export italiano che delineano 4 strategie possibili.
La via più sicura rimane assestarsi sui primi mercati di sbocco: Germania (5,4% dell’export italiano, in crescita del 4,1%), Francia (con una quota del 7,5%, in crescita del 3,2%) e Stati Uniti (2,1%, in crescita del 5%). Guardando agli incrementi del 2016 e dei primi nove mesi del 2017, più alti dove oggi è più bassa la quota del nostro export, ci si potrebbe spostare su Spagna (in crescita del 6,8%), Polonia e Repubblica Ceca. Secondo le stime Ice sul potenziale di crescita, una buona scelta potrebbe rivelarsi puntare su Cina, mercato vasto e in gran parte inespresso, dove la quota del nostro export è in crescita del 6,6%, Russia, in risalita, ed Emirati Arabi Uniti, in ascesa. Gli esportatori più audaci possono scommettere sui promettenti mercati in via di sviluppo di Indonesia, Messico e Ghana, mentre Sudafrica, Qatar, Perù, Brasile, Marocco, Tunisia, Kenya e Giappone cominciano ad attrarre l’attenzione dei piani governativi.
I settori in crescita
Per cogliere appieno le opportunità che il mercato offre, ogni settore deve essere in grado di declinare le linee strategiche alle proprie particolarità.
In base ai dati diffusi dall'Istituto nazionale di statistica (Istat), tra i settori che contribuiscono maggiormente alla crescita delle vendite, compaiono:
- sostanze e prodotti chimici (+17,8%),
- prodotti delle altre attività manifatturiere (+12,6%),
- metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+12,5%),
- articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+11,7%),
- macchine e apparecchi n.c.a (non classificati altrove) (+10,1%),
- prodotti alimentari, bevande e tabacco (+9,1%).
In generale, per chi produce beni di investimento e beni strumentali i mercati di frontiera rappresentano la vera occasione. Stando alle analisi di Prometeia, i beni tecnologici, vedono un incremento consolidato in Germania e Polonia e nuove piattaforme produttive da intercettare in Indonesia, Vietnam e Cina. Il settore della meccanica, in particolare, dovrà affrontare uno scenario di domanda mondiale in ripresa, ma a ritmi contenuti (2,4% medio annuo nel biennio): gli esportatori potranno assecondare la nuova industrializzazione con tecnologie di qualità superiore o soddisfare la domanda dei paesi avanzati puntando su personalizzazione e servizi.
Per i beni di consumo il discorso cambia: l’Italia mantiene quote alte nei presidi tradizionali, ma ancora basse nei Paesi più dinamici, a grande potenziale demografico e sempre più inclini all'e-commerce (Cina, Indonesia, Vietnam, Filippine, Malesia, Messico).
Come gestire le azioni commerciali in sicurezza?
Proteggere la propria attività dal rischio di insolvenza dei clienti, a maggior ragione quando ci si rivolge a mercati in rapido mutamento, è fondamentale. Per questo, bisogna saper scegliere la soluzione assicurativa adeguata.
L'Assicurazione Crediti Commerciali non è una semplice copertura assicurativa, ma un vero e proprio sistema integrato di servizi che ha lo scopo di tutelare l’azienda dal mancato pagamento dei crediti commerciali a breve termine, derivanti sia da rapporti di compravendita sul mercato interno, sia dall’esportazione fra imprese.
Oggi una delle soluzioni più ricercate è quella che prevede una polizza assicurativa che, oltre a garantire le perdite sui mancati pagamenti, permetta di avere informazioni approfondite in merito allo stato di salute del proprio portafoglio clienti combinandolo agli andamenti settoriali e fornendo così un valido supporto per lo sviluppo delle vendite e per approcciare nuovi mercati.
In un’ottica di prevenzione e sviluppo commerciale, è infatti indispensabile dotarsi di strumenti che forniscano informazioni qualificate sullo stato di salute dei clienti attuali, di quelli potenziali e dei mercati in cui operano permettendo così di definire appropriate misure di prevenzione, come la riduzione dei termini di pagamento verso determinati clienti o per determinati settori merceologici, e conseguenti azioni di vendita.
Soprattutto per le imprese italiane che intendono approcciare mercati esteri con maggiori certezze, è necessario dotarsi di una polizza in grado di combinare la copertura assicurativa ad altri servizi accessori (risk portfolio profiling, buyer rating, analisi settoriali sui mancati pagamenti, recupero crediti...) e che supporti l’intero processo di credit management.
In questo percorso, le imprese hanno bisogno di essere supportate da esperti specializzati che le possano guidare nell’analisi e nell’identificazione sul mercato delle soluzioni che meglio possano soddisfare le loro esigenze. Diventa quindi fondamentale il sostegno e l’affiancamento del broker quale consulente e mediatore tra l’azienda e il mercato assicurativo. Assiteca si è dotata di una Divisione Crediti specializzata, per dare il giusto sostegno alle imprese.
Workshop Aice-Assiteca "L’assicurazione dei crediti commerciali: tutela e opportunità per l’export"
Il primo febbraio, Aice, Associazione Italiana Commercio Estero, in collaborazione con Assiteca, terrà un incontro per informare le aziende sulle opportunità a loro disposizione per gestire con maggiore sicurezza le azioni commerciali, con particolare riferimento alle attività di export.