Export: la gestione integrata dei rischi e il rischio crediti commerciali

Export, forti segnali di ripresa

Corre l'export grazie soprattutto all'automotive. Da Lazio e Piemonte i risultati migliori. La gestione integrata dei rischi a tutela delle attività e dei crediti commerciali

 

La corsa del Made in Italy non si arresta. Nonostante l’euro forte, che per la fine del 2017 potrebbe assestarsi a quota 1,20 dollari, le imprese italiane crescono ad un ritmo superiore alle attese: +8%, in valore, nel primo semestre dell’anno a fronte di una ripresa globale degli scambi oltre il 4%.  Nel trimestre aprile-giugno, rispetto all’anno precedente, si è registrano un incremento pari allo 0.6%, mentre a giugno, con riferimento a maggio, c’è stato un calo dell’1%.

Questi i dati raccolti da Sace, società specializzata in prodotti assicurativi e finanziari per il credito all’esportazione, l’assicurazione del credito, protezione degli investimenti, garanzie finanziarie, cauzioni e factoring.

Ad essere cresciuto è in particolare l’export verso i Paesi extra UE (+9,1%), con scambi soprattutto verso la Cina (+28,4%), la Russia (+24,5%), il mercato comune dell’America meridionale costituito da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Venezuela (+19%) e i paesi del Sud Est Asiatico (+17,8%).
Per quanto riguarda i Paesi UE, si registrano vendite buone in Polonia (+13,1%), Romania (+13,1%), Spagna (+11.9%) e Repubblica Ceca (+8,2%).

I settori

Prosegue l’exploit del comparto autoveicoli, che cresce a ritmi vicini al 20%. L’automotive è uno delle chiavi di mercato con gli Stati Uniti (il valore dell’export è pari al 9,9%), dove ci sono buoni scambi anche per i beni della meccanica strumentale e i prodotti chimico-farmaceutici. Quest’ultimo settore , insieme ad alimentari e bevande, traina anche il commercio verso l’India (10%) e il Giappone (11%).

I mercato asiatici, insieme alla Spagna e alla Russia, sono anche i principali destinatari dei prodotti alimentari.

Performance buone anche per le principali industrie:  beni di consumo (+6,8%, con una preponderanza dei beni non durevoli ), strumentali (+6,9%) e intermedi (+7,5%).
L’energia contribuisce all’exploit dell’export italiano grazie ad una crescita pari a circa il 47%. Buono anche l’andamento di settori quali la metallurgia (+7,8%), gli apparecchi elettrici (+6,5%) e la meccanica strumentale (+6,4%).

Le regioni italiane

Anche i dati Istat confermano la crescita dell’export, dando evidenza dell’andamento delle diverse regioni italiane.

Rispetto ai tre mesi precedenti, nel secondo trimestre la crescita si è registrata nelle regioni nord-occidentali (+2,6%) e per il centro (+1,8%), mentre l’attività si è contratta nel sud e nelle isole (-1,9%) e nelle regioni nord-orientali (-0,4%).

E’ il Lazio la regione più attiva (+15,5%), seguita da Piemonte (+11,3%): le buone performance sono riconducibili soprattutto alle vendite di auto. Seguono la Toscana (+8,8%) e Lombardia (+7,4%), che, in particolare, grazie agli articoli farmaceutici e chimico-medicinali, contribuisce all’export nazionale per 1,3 punti percentuali. Bene anche Emilia Romagna (+6,4%)  e Veneto (+6,1%), mentre  le performance peggiori si registrano in Molise (-39,8%) e Basilicata (-10,1%).

La crescita delle vendite di macchine e apparecchi per l’industria manifatturiera e agricola da Lombardia, Piemonte e Emilia Romagna, inoltre, ha impattato sulla dinamica nazionale per poco meno di 1 punto percentuale.

In generale, un impulso positivo all’export viene dato dalle vendite dalla Lombardia agli Stati Uniti, dal Piemonte in Cina e da Lazio e Lombardia verso la Germania. In flessione, invece, l’export dal Friuli Venezia Giulia verso gli Stati Uniti e dal Lazio in direzione Belgio.

Le province che si distinguono per l’attività più intensa sono Torino, Milano, Monza e Brianza, Frosinone, Cagliari e Siracusa, in calo invece l’export da Trieste e Latina.

La gestione integrata dei rischi

Nonostante la spiccata propensione all’export, molte imprese purtroppo prestano ancora troppo poca attenzione alla gestione dei rischi connessi a tale attività, trascurando di conseguenza l’aspetto assicurativo.

L’analisi dei rischi e la scelta delle coperture da sottoscrivere all’estero sono invece un tema rilevante e abbastanza complesso: differenze linguistiche, legislazioni locali, tariffe obbligatorie, monopolio di compagnie di Stato sono infatti peculiarità che possono creare inefficienze.

I programmi assicurativi internazionali sono finalizzati a gestire centralmente la molteplicità e la varietà dei rischi cui le imprese sono esposte localmente.

Nella realizzazione di tali programmi è fondamentale essere seguiti da un broker assicurativo che possa offrire una consulenza professionale sulla gestione integrata dei rischi d’impresa e che conosca il mercato assicurativo internazionale così da operare, nell’interesse del Cliente, le scelte migliori.

La Divisione Internazionale Assiteca opera per la Clientela italiana quale coordinatore centrale per tutti gli aspetti assicurativi esteri, con interazione fra la sede della casa madre italiana e le affiliate periferiche, intervenendo in loco quando necessario, anche grazie a una capillare rete di broker corrispondenti in tutto il mondo. La sua attività parte da una necessaria verifica e analisi dei rischi tipici dell’attività svolta all’estero.

Il rischio crediti commerciali

Per tutte le imprese che esportano, indipendentemente dalla loro presenza diretta all’estero, particolare attenzione va posta al rischio crediti commerciali.

Il successo di un’azienda che esporta passa infatti anche attraverso la sua capacità di gestire questo rischio, dal momento della selezione del potenziale cliente fino a quello dell’incasso, definendo le strategie e le scelte che la rendono capace di prevenire il verificarsi di mancati pagamenti.
Acquisire il maggior numero di informazioni possibili sui mercati e sulle aziende con cui si intende operare diventa fondamentale, ma le informazioni non sempre sono facilmente accessibili. Nasce quindi l’esigenza di identificare dei provider in grado di offrire un supporto adeguato a sostegno dell’attività export.

L’assicurazione crediti commerciali offre la soluzione a tutte queste esigenze: si tratta di un sistema integrato di servizi e coperture assicurative che affianca l’impresa nelle fasi di gestione del credito e protegge sia il cash flow attuale e futuro, sia gli utili.

Proteggersi dunque, per crescere in sicurezza: è necessario che le imprese italiane, anche le più piccole, comprendano che la partita dell’internazionalizzazione e della pianificazione strategica dell’export passa anche attraverso un valido sostegno come la protezione del credito commerciale.

Assiteca per AICE

Assiteca è al fianco di AICE, l’Associazione Italiana Commercio Estero, per supportare le aziende associate nelle loro attività di export.

Grazie all’elevata specializzazione, capacità innovativa e provata esperienza nel settore a livello internazionale,  Assiteca garantisce  agli associati che vorranno farne richiesta un'assistenza continua e personalizzata relativa a tutto il processo di gestione del credito attraverso un team dedicato che seguirà l'azienda in tutte le fasi, dalla scelta della polizza più completa, alla gestione della stessa.