Sisma Bonus - Prevenzione rischi

Sisma bonus per incentivare la prevenzione dei rischi

Le detrazioni fiscali consentono il recupero di gran parte delle spese sostenute per gli interventi per la messa in sicurezza degli edifici a rischio. La prevenzione dei rischi

 

Estendere con la prossima Legge di Bilancio il “sisma bonus” anche agli enti che gestiscono l’edilizia residenziale pubblica.

E’ quanto ha dichiarato il Ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio a commento dei risultati emersi da una ricerca di Federcasa, che mette in allerta sui costi per mettere in sicurezza gli edifici a rischio. Le strutture che avrebbero bisogno di un importante intervento sono 1.100 su un totale di 2.760 nella sola zona sismica 1, quella più a rischio, e la spesa si aggirerebbe sui 400 milioni.

L’estensione del cosidetto “sisma bonus” consentirebbe di investire nell’immediato 75 milioni per poter effettuare una prima tranche di interventi sui 2.000 alloggi più a rischio.

Che cos'è il sisma bonus

Il Sisma bonus 2017 è la detrazione fiscale approvata dalla Legge di Bilancio 2017 che prevede la possibilità di recuperare parte dei costi sostenuti per interventi di adeguamento sismico di prime e seconde case, degli immobili destinati ad attività produttive e di parti comuni dei condomini e degli interi edifici.

A differenza delle ristrutturazioni antisismiche (Bonus Terremoto 2017), che prevedono un recupero pari al 50% delle spese, le detrazioni per la prevenzione sismica sono più elevate perché consentono un miglioramento di una o due classi di rischio sismico dell’edificio. Maggiore sicurezza, maggiore risparmio.

Per gli immobili dediti alle attività produttive le detrazioni sono pari al 70% se la struttura migliora di 1 classe, dell’80% se avanza di 2 o più. In ogni caso l’ammontare del recupero della spesa non supera la soglia dei 96.000 euro. Un importante contributo per garantire la business continuity.

Oltre che per le zone più a rischio, classificate come zone 1 e 2, sono previste estensioni anche per la zona sismica 3, a medio rischio. Questa comprende gran parte della Lombardia con le province di Mantova, Cremona, Brescia, Bergamo, Sondrio, Lodi e parte delle province di Pavia, Milano, Monza e Lecco.

Le detrazioni, anziché essere recuperate in 10 anni, come avviene solitamente, verranno recuperate in soli 5 anni.

 

L'assicurazione contro le catastrofi naturali

In Italia, contrariamente a quanto accade in altri paesi, non c’è l’obbligo di tutelare le abitazioni e gli edifici produttivi con polizze contro le catastrofi naturali. E’ lo Stato a sostenere i costi per la ricostruzione, coprendo fra il 50 e l’80% dei danni subiti, con tutti i limiti che ne conseguono, primo fra tutti la dilatazione dei tempi di intervento. E con notevoli costi per tutti i contribuenti: sono in media oltre 3 miliardi i soldi spesi ogni anno per la ricostruzione.

La cultura assicurativa in Italia non è diffusa e che la messa in sicurezza e la prevenzione dei rischi non sono temi sentiti.

Basti pensare che solo il 45% delle abitazioni è assicurato contro gli incendi e addirittura solo il 2% contro le catastrofi naturali.

In Sicilia, ad esempio, l’89% del territorio è ad elevato rischio di terremoto, con oltre 360 comuni interessati e 4,7 milioni di persone coinvolte, eppure è assicurata solo 1 casa su 300.

Eppure, fra il 1966 e il 2015 ciascuna Regione Italiana è stata colpita da una calamità naturale, che fosse un terremoto, un’alluvione o una frana e ben il 15% del territorio è a rischio.

 

Come tutelarsi, diverse le opzioni in campo

Imporre l’assicurazione contro le calamità naturali a tutti? Il dibattito è sempre aperto e in Italia si accende ogniqualvolta accade un evento catastrofale.

Secondo il presidente dell’Ania Maria Bianca Farina, è ormai necessario che il sistema venga regolamentato perché in un Paese come l’Italia, dove c’è un’alta esposizione al rischio, ci sono offerte basse e il risarcimento viene fatto solo a posteriori.

Scartate varie proposte che prevedevamo sistemi di obbligatorietà o semi-obbligatorietà, con la compartecipazione degli Stati che si fanno da garanti, si è virati su un sistema di incentivazione fiscale, che potrebbe dare nuova linfa alle coperture.

Il Governo sembra infatti prediligere la via della prevenzione dei rischi piuttosto che imporre polizze assicurative obbligatorie.